“Mi hanno lasciato solo”. Gli è bastato una volta in tribunale, da solo, senza avvocati. Adesso per non ritrovarsi come unico imputato anche Aldo Spinelli ha scelto di patteggiare nell’inchiesta che ha sconvolto la politica genovese, seguendo la scelta del presidente dell’autorità portuale Paolo signorini e dell’ex governatore della regione Liguria Giovanni Toti. Per spinelli la pena concordata è di 3 anni e 2 mesi, una maxi confisca da quasi mezzo miliardo di euro, l’interdizione temporanea dei pubblici uffici e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. Per evitare il processo, già previsto a novembre. Spinelli non avrebbe voluto patteggiare, lo hanno convinto i suoi avvocati, anche se questo significa ammettere la propria colpevolezza.

“Lo ha fatto per l’interesse delle aziende, tutelare le aziende, il figlio che è anch’esso indagato, per il momento, e soprattutto perché lui ritiene che nel suo comportamento tutte le concessioni le licenze erano assolutamente regolari e fatte nell’interesse pubblico”, dice il suo legale. Le mani sul porto, tra licenze, container e banchine. Specie la proroga della concessione del “terminale rinfuse”. Per l’accusa il sistema era chiaro: tangenti e regali in cambio di concessioni, discusse a cellulari lontani, qui sullo yacht di spinelli. L’ex governatore Toti ha patteggiato a sorpresa pochi giorni fa, 2 anni e un mese, pena che potrà essere convertita in circa 1500 ore di lavori socialmente utili. L’ultima parola spetta comunque al giudice per l’udienza preliminare che potrà accettare o rifiutare il patteggiamento tra le parti.

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