La frenata attivata dal macchinista 135 metri prima dell’impatto, solo quando i fari del treno hanno illuminato il binario dove i cinque operai stavano lavorando senza che sia interrotta la circolazione. E ancora la drammatica chiamata, registrata dai sistemi di Rfi, tra il caposcorta Antonio Massa e la dirigente del movimento, subito dopo l’impatto mortale: “C’è ’sto treno che è passato, pensavo non ci fossero più treni, ha preso le persone! Ha investito! Chiamate la Polfer, chiamate tutti!”.
La strage di Brandizzo
Sono alcuni degli elementi contenuti nelle migliaia di pagine dell’inchiesta sulla strage di Brandizzo. Nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023 morirono Kevin Laganà, Giuseppe Saverio Lombardo, Michael Zanera, Giuseppe Aversa e Giuseppe Sorvillo, cinque operai della Sigifer, la società di Borgo Vercelli che aveva ottenuto in subappalto la manutenzione di 9 metri di binario.
L’inchiesta sul disastro
Oltre a Massa per quelle morti rischiano il processo Andrea Girardin Gibin (capo scorta Sigifer), altre 19 persone tra cui i vertici di Rfi dell’epoca, Vera Fiorani e Gianpiero Strisciuglio, e tre società: Rfi, Sigifer e Clf, la società che aveva vinto la gara per la manutenzione. Nell’analisi della scatola nera i periti evidenziano che nessun segnale fino alla curva subito prima della stazione di Brandizzo era stato mandato al treno che viaggiava a 160 all’ora. La frenata inizia tre secondi prima dell’impatto, ma il treno si ferma solo 50 secondi dopo, a oltre un chilometro di distanza quando per i cinque operai non c’era già più nulla da fare.