Si è spenta a 65 anni Sabrina Minardi, nota per essere stata fidanzata di Renato De Pedis, boss della Banda della Magliana, assassinato il 2 febbraio 1990 in un agguato a Roma nei pressi di Campo de’ Fiori. Il decesso è avvenuto ieri in provincia di Bologna, nella notte durante il sonno. Secondo quanto si apprende, ieri la donna si era recata dal parrucchiere visto che oggi avrebbe dovuto incontrare dei conoscenti e niente lasciava presagire il tragico evento.
Testimone di tanti misteri
Con le sue dichiarazioni la donna aveva rilanciato le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la figlia di un dipendente del Vaticano che sparì, in circostanze rimaste a oggi misteriose, il 22 giugno del 1983 all’età di 15 anni. Interrogata nell’ambito del rapimento della cittadina vaticana, rivelò dei particolari inediti.
Romana di Trastevere, era nata nel 1960, disse che “Renato e Sergio” misero sulla sua macchina “la ragazza” che le era apparsa subito “frastornata e confusa, piangeva, rideva, le avevano tagliato i capelli. Mi disse ‘mi chiamo Emanuela’”. L’avrebbero portata poi nella casa al mare “dei miei genitori a Torvaianica- rivelò sempre Sabrina Minardi- Renato mi disse che serviva solo per una notte, che era un’emergenza. Alla fine fu tenuta un paio di settimane”. Non è mai stata convocata dalla Commissione d’inchiesta che indaga sul caso di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.
Minardi all’epoca della scomparsa della Orlandi aveva 23 anni e, secondo i suoi racconti, fu testimone di molte delle imprese criminali della Banda della Magliana, dei misteri che si accompagnarono all’organizzazione criminale e dei presunti collegamenti con il mondo della politica e gli ambienti vaticani di allora. La donna è stata anche moglie dell’ex calciatore della Lazio Bruno Giordano.
Sabrina Minardi e Bruno Giordano (Ansa)
Da lei spunti non colti su caso Orlandi
Minardi è ”morta serenamente come chi sa di aver detto la verità. Si è spenta dopo essere stata dal parrucchiere, si era fatta bionda e bella perché aspettava i suoi affetti più grandi… È morta nel sonno, Sabrina… e a me dispiace umanamente e professionalmente. Non uno, ma mille gli spunti che ha offerto alle indagini, ma chi avrebbe dovuto e potuto coglierli, non ha voluto farlo. Non ultima la Commissione d’inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi”.
Così scrive su Facebook Raffaella Notariale, giornalista che scrisse con Sabrina Minardi il libro ‘La Supertestimone del caso Orlandi’ con la prefazione di Pietro Orlandi. ”Dopo Tizio, Caio, Sempronio, il palo della luce, due volte lo zerbino… esattamente, che cosa aspettavate, Vossignori?”, aggiunge la giornalista nel post.
Pietro Orlandi: “Nessuno l’ha ascoltata”
Sulla morte di Sabrina Minardi interviene anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela a, da sempre, in prima linea nella ricerca della verità sul rapimento della sorella.
“Tre inchieste sulla vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi, ma nessuno ha mai ascoltato Sabrina Minardi”, si chiede Pietro con un post sui social: “Mi spiace per la sua morte- ha scritto- ho provato tante volte ad incontrarla, ma non ha mai voluto. Nessuno dal 2015 l’ha più ascoltata tra inchiesta Vaticana, Commissione e Procura. Tre inchieste cosa aspettavano a risentirla? E avere spiegazioni su alcuni punti; ritenuta molto attendibile da chi indagò all’epoca come l’ex capo della Mobile Rizzi, la sua vice Petrocca, la stessa Maisto, il magistrato che con Capaldo seguì le indagini, che credeva molto nelle sue dichiarazioni”.
Pietro Orlandi nel corso del presidio per la sorella Emanuela in piazza Cavour a Roma (Ansa)