Gabriele Milani, uno dei più celebri fotoreporter italiani a cavallo degli anni 60 e 70, è morto oggi in ospedale a Pavia, a 93 anni.  Da anni risiedeva a Graffignana, in provincia di Lodi, dove era andato ad abitare dopo la pensione.

Tra i suoi scatti più noti, quelli dell’esordio nella fotografia di cronaca nel 1956 in occasione del sequestro di oltre 90 bambini nella scuola elementare di Terrazzano di Rho, quando fu l’unico a immortalare i fratelli banditi con la pistola in pugno che tenevano in ostaggio bambini e insegnanti.

Dagli anni Sessanta lavorò al Corriere della Sera e quindi lavorò anche per la Domenica del Corriere, realizzando esclusive come servizi sul bandito sardo Graziano Mesina che raggiunse e fotografò in latitanza nel 1967 per stare insieme per un periodo e capire bene chi fosse e venendo, poi,  anche dato per disperso in Africa durante un reportage di guerra, salvo poi riapparire sano e salvo e con decine di rullini pieni di immagini uniche. Una decina di anni fa donò il suo archivio personale al Comune di Graffignana chiedendo che venisse inventariato e valorizzato “Cosa che dovremo fare – assicura il sindaco Giovanni Scietti -. Il Comune di collina l’aveva insignito dell’onorificenza cittadina, il ‘grappolino d’oro’.

“Ho potuto apprezzare la sua tenacia e i valori importanti che mi ha trasmesso – spiega la nipote Denise Milani -. Ha sempre portato avanti le sue idee, senza cambiarle, con estrema onestà. E’ stato tutto nella mia vita, la mia guida. Mio nonno avrebbe voluto lasciare a me la sua realtà fotografica: sono stata la prima a spingerlo a donare. Mi metterò a disposizione del Comune di Graffignana per sistematizzare l’archivio perché desidero che diventi patrimonio comune”.

I funerali del fotoreporter si terranno mercoledì pomeriggio alle 14.30 nella chiesa del borgo che ha tanto amato per la sua tranquillità tanto da andare a risiedervi.

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