Lavoro nero, mancato rispetto delle minime norme di sicurezza. Ci potrebbe essere anche questo dietro a quello che più che un incidente sul lavoro potrebbe essere una tragedia annunciata o quanto meno prevedibile che ha provocato la morte di tre operai precipitati nel vuoto a Napoli dopo il ribaltamento del cestello sul quale si trovavano a più di 20 metri d’altezza per interventi di manutenzione a un palazzo.
Nessuna responsabilità, naturalmente, è stata al momento individuata. Siamo in una fase ancora embrionale dell’inchiesta. Anche in vista della effettuazione delle autopsie ci sono, come atto dovuto, quattro indagati. Si tratta dell’amministratore di condominio, del coordinatore della sicurezza, del titolare della ditta per la quale lavoravano gli operai e quello della società che ha noleggiato all’impresa la verticale che si è rotta. Omicidio colposo plurimo l’ipotesi investigativa.
Man mano che l’inchiesta della Procura di Napoli va avanti emergono comunque particolari inquietanti. Due dei tre operai morti lavoravano al nero e il rispetto delle normative di sicurezza è uno degli aspetti dell’indagine della Procura di Napoli. Secondo quanto emerso, gli operai non erano allacciati a cinture di sicurezza che avrebbero impedito la caduta nel vuoto mentre a terra non sono stati trovati i caschi protettivi. In queste ore vengono ascoltati possibili testimoni e colleghi di lavoro delle vittime.
I lavori per la manutenzione del tetto del condominio in via Domenico Fontana, nella zona collinare di Napoli, erano in corso da circa un mese. Tra le ipotesi formulate in un primo momento, ed ora tra gli aspetti da chiarire, quella che non avrebbe retto al peso eccessivo – rappresentato dai tre operai e da un rotolo di bitume – la parte alta della colonna a cui era agganciato il cestello che, dopo il cedimento di alcuni componenti, si è ribaltato facendo precipitare nel vuoto i lavoratori. Da appurare se ci siano stati errori nel montaggio stesso del cestello di cui gli inquirenti stanno analizzano i dati tecnici oltre a quelli dell’intera struttura a cui era collegato, per verificare se, effettivamente, era in grado di sopportare quel carico. I magistrati della sesta sezione “Lavoro e Colpe professionali” hanno acquisito documenti che risulteranno importanti ai fini dello sviluppo dell’indagine.
Le autopsie sui corpi degli operai dovrebbero svolgersi all’inizio della prossima settimana. Profondo cordoglio per le tre vittime Vincenzo del Grosso, 54 anni, di Napoli, Ciro Pierro, 62 anni e Luigi Romano, 67, di Calvizzano e Arzano. Il 67enne tra due o tre mesi sarebbe andato in pensione. Era stato colpito da un profondo dolore per la perdita di un figlio di 20 anni in un incidente stradale. Trauma dal quale aveva cercato di riprendersi dedicandosi al lavoro e legandosi sempre di più alla famiglia: aveva anche donato il midollo per salvare il fratello.
Fiori e candele votive sono stati deposti questa mattina da parte di residenti e passanti. Sul posto si è recato il deputato Francesco Emilio Borrelli, con il consigliere della Municipalità V di Europa Verde, Rino Nasti, e l’artista e attivista ambientalista, Ruben D’Agostino. “Un’altra tragedia, un altro lutto terribile che si poteva evitare. Presenterò immediatamente un’interrogazione parlamentare per fare piena luce su quanto accaduto. Se si confermerà che questi lavoratori erano in nero, senza diritti né tutele, allora ci troveremo di fronte all’ennesima vergogna italiana”, ha detto Borrelli.