C’è l’accordo tra l’Agenzia delle Entrate e la famiglia Elkann: i fratelli John, Lapo e Ginevra hanno raggiunto un accordo che azzera qualsiasi pendenza col Fisco, presente e futura, sulle questioni tributarie relative all’eredità della nonna Marella, vedova di Gianni Agnelli, morta nel 2019. Si parla di 175 milioni di euro o poco più, in parte già versati. L’accordo si inserisce nell’inchiesta avviata dalla Procura di Torino dopo la denuncia di Margherita, la madre dei tre, che aveva segnalato presunte irregolarità.
Margherita Agnelli con il figlio John Elkann nel 1996 (Ansa)
Il portavoce dei tre Elkann: “Chiusa vicenda dolorosa”. Ipotesi lavori di utilità sociale per John
Un portavoce di John, Lapo e Ginevra sottolinea che è il patto stato siglato “con l’obiettivo di chiudere rapidamente e definitivamente una vicenda dolorosa sul piano personale e familiare”, e che è stato concluso “senza alcuna ammissione, neppure tacita o parziale, della fondatezza delle contestazioni inizialmente ipotizzate”. È anche possibile che l’accordo possa essere utilizzato come leva di una exit strategy dal procedimento penale.
John Elkann, in particolare, potrebbe o patteggiare o chiedere la cosiddetta ‘messa alla prova’, che prevede un periodo di svolgimento di lavori di utilità sociale in qualche ente (per esempio la Fondazione Agnelli, ma dovrebbe trattarsi di una struttura convenzionata con il Tribunale). In caso di esito positivo, il fascicolo verrebbe chiuso e le accuse cancellate. Il portavoce degli Elkann si limita a dire che “sono in atto interlocuzioni con la Procura il cui esito non è al momento definito”.
La tassa di successione sui beni di Marella
Ma c’è ancora una partita da giocare: nell’entourage di Margherita Agnelli sono convinti che nei 175 milioni è compresa la tassa di successione sui beni di Marella. Se fosse così, la circostanza (a loro giudizio) finirebbe per condizionare la causa civile avviata a Torino dalla figlia dell’Avvocato (il prossimo step è previsto a settembre). Cosa che potrebbe portare a concludere che la questione sull’eredità dev’essere regolata dal diritto italiano, con conseguente decadenza dei patti siglati in Svizzera nel corso degli anni. E potrebbe persino incidere sui passaggi delle azioni di Dicembre, la cassaforte che attraverso Exor controlla tutto il gruppo di famiglia, e che resta il vero snodo della querelle. Ma sul versante Elkann sono convinti che di ripercussioni non ce ne saranno e che l’assetto di Dicembre non è modificabile. Nei mesi scorsi, presunte irregolarità sulla declaratoria su Dicembre depositata nel 2021 al Registro delle Imprese hanno portato i pm a indagare il notaio Remo Morone e il commercialista Gianluca Ferrero.