Torna il caldo che, insieme alla polvere sahariana, interesserà diverse aree dell’Italia, con effetti sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini. 

Già dalle prossime ore tornerà l’ormai famoso “cielo giallo” causato dal frutto di nubi di sabbia che arrivano sui cieli italiani dal deserto del Sahara. Nei prossimi giorni toccherà il picco massimo, per poi scontrarsi con una perturbazione temporalesca. 

Le polveri sahariane

Sono composte principalmente da particelle minerali come silicio, ferro, alluminio e calcio. Queste particelle possono viaggiare per migliaia di chilometri, sospinte dai venti, raggiungendo l’Europa meridionale, compresa l’Italia e possono variare in dimensioni, includendo sia particolato grossolano (PM10) che fine (PM2.5), con effetti diversi sulla salute umana.

Il fenomeno

Il fenomeno non è nuovo, negli ultimi anni è sempre più un’abitudine: particolari configurazioni sempre più spesso si stanno ripetendo sul bacino del Mediterraneo, ovvero la presenza del vasto anticiclone africano. A causa del cambiamento climatico, a dominare la scena non è più l’anticiclone delle Azzorre ma l’alta pressione sub-tropicale in arrivo dall’Africa e, tra le conseguenze, oltre ad un caldo sempre più estremo, stiamo assistendo anche a un maggior apporto di pulviscolo sahariano. 

Cosa dobbiamo aspettarci

La configurazione prevista nei prossimi giorni, cioè la formazione di un insidioso e profondo ciclone tra oceano Atlantico e Penisola Iberica, sarà alla base di un costante richiamo di correnti calde dai quadranti meridionali direttamente dal deserto del Sahara. Questo immenso ingranaggio atmosferico favorirà anche nei prossimi giorni il sopraggiungere di grossi quantitativi di pulviscolo desertico che si andranno a concentrare in sospensione alle quote più elevate dell’atmosfera, pronte a raggiungere, dopo un lungo viaggio, anche il nostro Paese.

Gli effetti sulla salute

Le polveri, che andranno ad aggiungersi al Pm2.5 e Pm10 già presenti nell’aria, hanno la caratteristica di peggiorarne la qualità anche in assenza di precipitazioni. I soggetti più a rischio sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall’asma: le polveri infatti possono avere anche metalli pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell’aria, e finiscono per essere inalate dall’uomo. Particolarmente a rischio i bambini, sia perché loro sistemi respiratori e immunitari sono ancora in via di sviluppo, sia perché tendono a passare più tempo all’aperto rispetto agli adulti. Uno studio del 2015 ha evidenziato ad esempio che i bambini esposti alle polveri sahariane presentano un rischio maggiore del 20% di sviluppare infezioni respiratorie rispetto a quelli non esposti” spiega la Società italiana di medicina ambientale.

Al fenomeno delle polveri si aggiunge poi il caldo record che sta colpendo varie zone della penisola, con temperature superiori anche di 12 gradi rispetto alla media che possono provocare disturbi lievi come crampi, svenimenti, edemi, ma anche problemi gravi, dalla congestione alla disidratazione, aggravando le condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti, aggiunge SIMA.

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