Alessio Tucci, reo confesso dell’omicidio di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa ad Afragola, è stato trasferito dal carcere napoletano di Poggioreale in un altro penitenziario della Regione. Motivi di sicurezza alla base della decisione. Accolta dunque la richiesta che era stata presentata dal suo legale, Mario Mangazzo. Oltre che ragioni di sicurezza, a tutela di Tucci anche un altro episodio. “I familiari – spiega il legale – erano stati importunati in occasione della consegna di un borsone con indumenti al loro parente all’esterno della casa circondariale”.
“Martina morta dopo lunghi minuti di agonia”, è quanto emerge dall’ordinanza con cui il giudice del Tribunale di Napoli Nord, Stefania Amodeo, ha confermato la custodia cautelare in carcere per Alessio Tucci.
Dalla consulenza preliminare del medico legale emergerebbe dunque un quadro diverso rispetto a quanto detto da Tucci che ha spiegato che Martina non respirava più quando l’ha coperta di detriti nel casolare di Afragola.
Nel tratteggiare il profilo del giovane – si sottolinea nel provvedimento – emerge “una allarmante personalità”, “incapace di controllare i propri impulsi”. La procuratrice di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta aveva spiegato ieri che Tucci avrebbe agito con ‘crudeltà’. ‘Efferatezza’, ‘tranquillita’, ‘disinvoltura’ sono alcuni dei termini utilizzati nell’ordinanza Il gip ha dunque motivato il provvedimento di custodia cautelare in carcere con “un pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie”. Tucci ha anche partecipato alle ricerche della ragazza subito dopo la sua scomparsa ma ha anche mentito – dice il giudice – ai genitori ed è stato abile a togliersi di dosso i vestiti sporchi di sangue.
Martina Carbonaro 28_05_25 (Facebook)
“Non chiedete quanti colpi di pietra sono stati dati e dove è stata colpita perché questo solo l’autopsia lo stabilirà, ma posso dire che Alessio Tucci ha agito con crudeltà“.
Sono le parole lucide del procuratore di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta, in conferenza stampa per spiegare quanto fatto dalla procura e dai Carabinieri dalla scomparsa di Martina Carbonaro, 14 anni, avvenuta lunedì sera ad Afragola e poi ritrovata morta.
L’aggravante della relazione interrotta
“Per le ricerche siamo partiti dall’ultima cella agganciata dal cellulare di Martina che indicavano come posizione lo stadio Moccia. Abbiamo capito che era morta quando abbiamo ritrovato gli occhiali da vista della ragazzina”, ha detto ancora il procuratore ai giornalisti.
“Anche le immagini delle telecamere di video sorveglianza sono state fondamentali – continua – perché il campo Moccia è vastissimo. Quando abbiamo ritrovato il corpo di Martina sotto dei rifiuti, abbiamo chiamato Tucci che era a casa della ragazzina. Una volta in caserma, davanti all’evidenza dei filmati, ha ammesso di averla uccisa colpendola varie volte con una pietra trovata sul posto. Un’altra aggravante che abbiamo contestato e’ la relazione affettiva che era interrotta. Tucci ha ammesso di averla uccisa perché la ragazzina non voleva più proseguire la sua vita con lui“.
“Educare i figli all’amore”
La pm Lucchetta, sempre in conferenza stampa, ha poi evidenziato: “Questa vicenda mi ha fatto ricordare lo stupro di Caivano avvenuto due anni fa. Anche in quell’occasione erano minorenni le vittime e minorenni e giovanissimi i carnefici. Che fortunatamente sono salve, ma lese nella loro intimità”.
“Quindi io voglio rinnovare l’invito che già feci all’epoca – ha continuato – ben vengano tutte le disposizioni normative per prevenire e reprimere questi reati, ma alla luce di quello che sta accadendo bisogna mettere in campo iniziative a monte a livello sociale, nelle scuole, nelle famiglie: bisogna che ognuno di noi educhi i nostri figli a che cos’è l’amore. Voler bene – ha
concluso – significa accoglienza e non possesso“.
Durante l’udienza di convalida del fermo, che si è tenuta nel carcere di Poggioreale a Napoli, il 18enne reo confesso ha detto al gip del Tribunale di Napoli Nord di aver colpito Martina Carbonaro alla testa con una pietra, la sera del 26, perché aveva rifiutato un suo tentativo di darle un abbraccio.
“Ha girato il corpo e l’ha coperto con degli arredi”
Tucci, difeso dall’avvocato Mario Mangazzo, ha detto che lui e la ex sono entrati insieme nel casolare abbandonato nei pressi dello stadio Moccia di Afragola, che frequentavano spesso durante la loro relazione. “Lui ha cercato di abbracciarla, lei ha rifiutato quell’abbraccio e a seguito di questo comportamento, mentre era di spalle, l’ha colpita“, ha riferito l’avvocato all’uscita dal carcere. “Poi ha sferrato un altro paio di colpi sempre con la stessa pietra – ha aggiunto – e quando si è reso conto che Martina non era più in vita ha girato il corpo e l’ha coperto con degli arredi che erano nella casa abbandonata“.
“Non sappiamo se era ancora viva, Tucci ha dichiarato che la povera Martina non respirava più, ha sentito che non respirava più” ha aggiunto l’avvocato di Tucci rispondendo ai giornalisti all’uscita dal carcere di Poggioreale. A suo giudizio “Non c’è stato accanimento. Ci sono stati questi tre colpi e la ragazza poi ha perso i sensi quasi subito. Accanimento non c’è stato per il numero dei colpi inferti“.
Mantovano, dai genitori Martina, rinnova le condoglianze del Governo
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha fatto visita questa mattina ad Afragola ai genitori di Martina Carbonaro, ai quali ha espresso le condoglianze del Governo e rinnovato l’abbraccio affettuoso del Presidente Giorgia Meloni. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Le ricerche insieme all’assassino
La loro figlia era morta. Loro non lo sapevano. E non sapevano di condividere i febbrili momenti della ricerca della loro ragazza scomparsa proprio con l’uomo che l’aveva uccisa. Ora i genitori di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa con una pietra, rivivono come in un film all’incontrario le parole e i gesti dell’ex fidanzato reo confesso, Alessio Tucci, 19 anni. “Lui – dice Marcello Carbonaro, il papà – ci ha aiutato con le ricerche. Io avevo l’assassino di mia figlia in macchina e non lo sapevo. Quando l’ho chiamato mi ha detto ‘ha fatto la sua strada e io la mia’.
Convalidato il fermo di Alessio Tucci
Resta in carcere Alessio Tucci, reo confesso del femminicidio di Martina Carbonaro. Il gip del tribunale di Napoli Nord ha firmato l’ordinanza che dispone la misura cautelare della custodia in carcere per il giovane.
Tucci è accusato di omicidio pluriaggravato, anche dalla crudeltà, e di occultamento di cadavere.
Il 18enne resta detenuto nel carcere di Poggioreale. Intanto, la Procura di Napoli Nord ha già fissato per il prossimo martedì 3 giugno il conferimento dell’incarico al perito che eseguirà l’autopsia sulla salma della ragazzina, che è stata recuperata sotto un cumulo di rifiuti all’interno dell’alloggio diroccato dell’ex custode dello stadio Moccia di Afragola. L’esame autoptico dovrebbe tenersi lo stesso giorno.
Flash-mob per Martina Carbonaro davanti alla sua scuola: “Siamo stanche di avere paura”
“Come donne siamo stanche di sentirci degli oggetti, di non sentirci libere.” Sono le parole di una delle numerose ragazze che hanno partecipato nella serata di venerdì 30 maggio al flash-mob organizzato davanti alla scuola di Casoria che frequentava Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall’ex fidanzato ad Afragola. Durante l’iniziativa si sono alternati diversi interventi al microfono e sono stati mostrati alcuni striscioni dedicati alla ragazza. Uno di questi, appeso all cancello dell’istituto, recitava “Martina vive, resterai sempre nei nostri cuori”. Alcune persone hanno indossato delle t-shirt con il volto della giovane e la scritta “ciao Martina”. Presente anche la madre della ragazza.
“A 14 anni mai avrei pensato di morire ammazzata” il post della giornalista Maddalena Messeri
Il post di Maddalena Messeri dedicato a Martina ha ottenuto oltre 16mila condivisioni, 5,6 mln di visualizzazioni, oltre 407mila interazioni e tantissimi commenti. Tra questi quello di un’utente che, oltre a condividere il testo, suggerisce “a tutti di leggerlo ad alta voce, in famiglia, nelle scuole, nei posti di lavoro“.
Il padre di Martina: “Mi disse che si andava a fare una doccia e a mangiare: da lì ho capito”
“Alessio mi ha detto che stava andando a fare la doccia, si è buttato la zappa sui piedi: dopo l’omicidio, lui è tornato a casa, si è andato a fare la doccia, ha mangiato ed è uscito“.
Martina uccisa a 14anni, criminologa: “Incapacità di riconoscere emozioni e tollerare frustrazione”
“Chi le ha fatto del male pagherà”
Non si dà pace neanche la mamma di Martina, Enza Cossentino, che ha chiesto, colma di dolore, l‘ergastolo per Tucci aggiungendo “Chi le ha fatto del male pagherà“.
“Si è fatto una doccia, cioè si è tolto i panni sporchi del delitto e non si sa dove siano andati a finire“, riflette ora. “Alessio veniva a fare le ricerche con noi e ora sto metabolizzando che l’arresto è avvenuto a casa mia. Ora che non ho più mia figlia, non so chi mi stia dando questa forza, forse i miei angeli: mia madre, mio padre e mia figlia“, aggiunge. Ora che Martina non c’è più i dettagli prendono altre forme.
Lo schiaffo
Scavando a ritroso, a Enza viene un sospetto: “Tre settimane fa ho saputo che Alessio diede uno schiaffo a mia figlia, io avevo una cena a casa e non abbiamo potuto parlare, poi in camera mia figlia ha detto di aver sopportato tanto, pure uno schiaffo, e di aver sbagliato ad accettare queste cose. Mia figlia mi ha sempre parlato bene del fidanzato, ma oggi ho il dubbio che sia successo di più e che lei abbia taciuto“. E le ritorna alla mente anche un colloquio avuto con la mamma di Alessio. “Mia figlia tramite social ha conosciuto un ragazzo con cui si sfogava, Alessio pensava l’avesse tradito. E sua mamma, non mi ha minacciato, ma mi ha detto ‘stai attenta ai social, qualcuno può violentare e uccidere’. Ora come ora posso dire che dovevo stare attenta al figlio. Non so se era un avvertimento, che lei forse aveva capito qualcosa e non me l’ha voluto dire“.
Semenzato, (Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio) incontra i familiari di Martina ad Afragola
Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, oggi alle 15.30, nella sede del Comune di Afragola, incontrerà i familiari di Martina Carbonaro. All’incontro saranno presenti il prefetto di Napoli Michele di Bari e il sindaco di Afragola, Antonio Pannone.
”È un dovere morale essere vicina a questa famiglia – dichiara Semenzato – Tutti i femminicidi sono uguali per dolore e drammaticità, ma alcuni colpiscono per la giovane età della vittima e dell’assassino e per l’efferatezza del gesto. Abbiamo bisogno di una torsione culturale forte e quantomai di quel patto di corresponsabilità che nasce in famiglia, viene raccolto dalla scuola e dalla società civile e messo a terra naturalmente dalla politica. La Commissione che presiedo lavora già in maniera trasversale sui temi del femminicidio e della violenza di genere e di questo ringrazio i commissari e le commissarie di maggioranza e opposizione”.

Procura della Repubblica di Napoli ((GoogleMaps))
Meloni sulle violenze giovanili: “Forse non stiamo capendo veramente il tema”. “Se non ci facciamo le domande non possiamo trovare risposte”.
La storia di Martina “mi ha lasciato senza fiato e dico la verità, ci abbiamo lavorato tanto” sul tema, “ma uno si sente disarmato. Sentivo anche Schlein che diceva: ‘Mettiamo da parte le divergenze. Le leggi ci sono, gli strumenti ci sono, il tema è più ampio e forse non lo stiamo capendo veramente’ “. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un incontro con la stampa ad Astana. “Rischiamo di non capire che cosa sta succedendo alle nuove generazioni. Quindi di non essere in grado di prevedere i pericoli. C’è un aumento di casi di violenza e di suicidi inspiegabili. Non ho le risposte, ma se non ci facciamo le domande non possiamo trovare risposte“.