Si attende la sentenza per l’omicida di Martina Scialdone, l’avvocata di 34 anni uccisa a colpi di pistola il 13 gennaio 2023, davanti a un locale del quartiere Tuscolano, a Roma, a pochi passi dalla casa dove viveva con la mamma.
L’Imputato è Costantino Bonaiuti, l’ex della vittima, l’ingegnere di sessantuno anni che le ha sparato fuori dal ristorante in via Amelia ed è poi fuggito. L’uomo è accusato di omicidio aggravato e per lui per la procura di Roma ha chiesto la pena massima.
Durante la requisitoria del Pm, erano presenti in aula la mamma e il fratello della vittima, Lorenzo, che è stato testimone oculare dell’omicidio, chiamato quella tragica sera dalla sorella.
I familiari di Martina si sono costituiti parte civile. All’ultima udienza erano presenti anche le amiche e colleghe dell’avvocatessa e il legale dello studio dove Martina lavorava. Si è costituita parte civile anche l’associazione “Insieme per Marianna” per il contrasto della violenza sulle donne.
Nella requisitoria, il pubblico ministero ha ripercorso quegli istanti che hanno preceduto la morte di Martina che aveva già detto a Bonaiuti che voleva lasciarlo e lui l’aveva accusata di tradirlo.
L’ imputato, che non ha voluto essere ripreso dalle telecamere, ha rilasciato una dichiarazione spontanea per raccontare la sua versione della vicenda, ricostruendo il suo rapporto con Martina. Quando Bonaiuti ha iniziato a parlare, i familiari e gli amici sono usciti dall’aula.