Invecchiamento attivo, attraverso la prevenzione in tutte le fasi della vita, e intelligenza artificiale. Sono i due temi al centro della seconda giornata del G7 Salute in corso ad Ancona. L’evento si conclude oggi con una conferenza stampa del vertice ministeriale G7 sulla Salute alla presenza del ministro della Salute, Orazio Schillaci.
In apertura del vertice, il ministro della Salute italiano aveva premesso: “Questo evento ci vede impegnati a potenziare a livello internazionale la capacità di gestione e controllo di eventuali epidemie in tutte le aree del pianeta nonché a incentivare la collaborazione tra Paesi per sostenere la ricerca e i nuovi farmaci, anche alla luce dell’emergenza legata all’antimicrobico resistenza. Il G7 Salute è anche l’occasione per promuovere a livello internazionale il nostro modello alimentare e in particolare gli effetti salutari della dieta mediterranea italiana. La sana alimentazione, infatti, è un fattore essenziale dell’invecchiamento attivo”.
Cresce l’aspettativa di vita in Italia e nel mondo
Creare comunità “a misura di anziano”, con il supporto di reti familiari e istituzionali, e puntare all’invecchiamento attivo e in salute attraverso la prevenzione in tutte le fasi della vita. E’ uno dei temi emersi nella seconda giornata di lavori del G7 Salute.
Secondo i dati del 2020 dell’Oms, l’aspettativa di vita media mondiale è di 73,3 anni ed è cresciuta in media di 6,5 anni, passando da 66,8 a 73,3 anni; nei Paesi del G7 l’aspettativa di vita è di 81,9 anni e in Italia è cresciuta di 3,6 anni dal 2000 al 2020. Dai dati Istat, nel 2020 l’aspettativa di vita in Italia era di 83 anni, nel 2024 è di 84 anni. Un traguardo raggiunto grazie all’invecchiamento attivo.
L’Oms definisce l’invecchiamento attivo come “il processo di sviluppo e mantenimento delle capacità funzionali che consentono il benessere in età avanzata”. Risulta quindi fondamentale che vi sia l’impegno della comunità e dei singoli per garantire agli anziani una alta qualità di vita nell’ambito della salute e delle relazioni sociali, evitando l’insorgere di disabilità e il rischio di una vita solitaria.
“La forza lavoro globale sta invecchiando rapidamente, secondo stime delle Nazioni Unite. Si prevede che entro il 2050 un terzo della popolazione in età lavorativa mondiale avrà un’età compresa tra 50 e 64 anni”, ricorda una nota del ministero della Salute sul focus del G7 Salute. I Paesi Ocse “si trovano ad affrontare una situazione simile a quella globale, con una forza lavoro in rapido invecchiamento. In questi Paesi si prevede che entro il 2050 un lavoratore su 6 avrà più di 65 anni e il numero medio di ‘pensionati’ o inattivi dovrebbe passare da 42 ogni 100 lavoratori nel 2018 a quasi 60 nel 2050″, precisa il documento del ministero.
Le questioni al centro dell’agenda del G7 Salute sull’invecchiamento in salute prevedono di “ripensare l’organizzazione dei sistemi sanitari per adeguarli ai nuovi bisogni sanitari della popolazione, garantendone la sostenibilità. Mettere al centro i pazienti, attraverso una medicina personalizzata e una organizzazione nell’erogazione delle cure, secondo logiche più vicine ai bisogni dei cittadini. Il coinvolgimento degli anziani, dalla pianificazione all’implementazione degli interventi, è un elemento decisivo per garantire l’efficacia, la replicabilità, la sostenibilità e la continuità degli interventi, basati sui reali bisogni rilevati dagli stessi anziani”.
E poi la prevenzione. “Individuare le politiche per promuovere condizioni lavorative sane e sicure: le patologie lavoro-correlate e gli infortuni sul lavoro influenzano la nostra vita anche molti anni dopo che abbiamo smesso di lavorare. Inoltre, l’età in cui smettiamo di lavorare si sta alzando: è necessario pensare alle esigenze dei lavoratori più anziani, con interventi strutturali ed organizzativi”.
Innovare modelli di cure e di assistenza
I ministri della Salute del G7 hanno individuato anche nell’innovazione un punto cruciale per permettere un invecchiamento in salute. “Limitare l’impatto della disabilità sulle vite dei pazienti, attraverso nuovi strumenti terapeutici e con politiche di sostegno ai malati e ai caregivers. In particolare la telemedicina, la teleassistenza e il monitoraggio a distanza consentono, rimuovendo le barriere architettoniche, economiche e geografiche, un accesso più facile ai percorsi di cura e un coinvolgimento completo”, sottolinea il documento del ministero della Salute.
“Valorizzare le opportunità della tecnologia: la robotica, l’intelligenza artificiale, i dispositivi intelligenti hanno iniziato a trasformare le nostre capacità diagnostiche e terapeutiche. Facciamo diagnosi più precise – prosegue il documento – e le facciamo sempre prima, questo ci permette di affrontare le patologie nelle loro fasi iniziali quando è più facile sconfiggerle o limitarle l’evoluzione nel caso delle malattie croniche degenerative. Le nuove protesi e la medicina rigenerativa permettono ai pazienti con malattie osteoarticolari di riprendere una vita attiva”.
I Paesi del G7 trarranno beneficio “dall’investimento in soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia, in particolare l’intelligenza artificiale (Ia). Investire nell’invecchiamento sano implica ricerca e innovazione, portando nuove opportunità di crescita economica. Allo stesso tempo, però, è importante monitorare e regolare l’uso dell’Ia per garantire un approccio incentrato sull’essere umano e un uso etico di questa tecnologia”, conclude il documento.
Schillaci: “La minaccia dell’antibiotico resistenza, 21 milioni per nuovi farmaci”
L’antimicrobico resistenza “è una minaccia silenziosa e servono nuove armi, l’Italia investirà 21 milioni di dollari per nuovi antibiotici. È molto importante per avere nuove armi contro i batteri che diventano sempre più resistenti”.
“E’ una scelta chiara e concreta”, ha sottolineato, con cui “l’Italia è in prima linea insiema agli altri governi del G7 nella sperimentazione di soluzioni nuove per gestire la crisi dell’antibiotico resistenza. I fondi rientrano negli incentivi ‘push’ per incoraggiare gli investitori a ricerca e sviluppo di nuovi antibatterici. Vogliamo agire anche sugli incentivi, i ‘pull’, per rendere attrattivo il mercato e incoraggiare i privati a investire. Stiamo valutando la possibilità di utilizzare parte del fondo che già esiste per i farmaci oncologici e non”.
L’antibiotico resistenza “è un’emergenza, è la vera pandemia” e “la dobbiamo affrontare insieme, considerato il numero elevato di decessi che ci sono anche in Italia dovuto alle infezioni ospedaliere legate alla resistenza dei batteri. Si impongono azioni immediate e concrete: è una guerra silenziosa che si combatte negli ospedali”.
G7 Ancona, il minisstro Schillaci (ansa)