Uno squarcio di un metro e mezzo alto 50 centimetri, nello scafo esterno, con le lamiere rivolte verso l’interno. Si allunga l’ombra dell’attentato sul caso della Seajewel. 

Sono al lavoro i sub della Marina Militare sulla petroliera, da giorni nella rada di Vado Ligure (Sv) dopo le esplosioni che l’hanno colpita nella notte fra venerdì 14 e sabato 15 febbraio scorso.

“Di sicuro c’è stata almeno un’esplosione con conseguente danneggiamento allo scafo – spiega il procuratore Ubaldo Pelosi – potrebbe essere stata determinata sia da un ordigno sia da fatti accidentali, ma al momento ci sono anomalie per quest’ultima ipotesi” conclude il magistrato.

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