Il grande attore racconta il suo rapporto con la Bersagliera: Mi propose di andare a Broadway solo dieci anni fa»
«Mi aveva proposto di lavorare con lei a Broadway — racconta Giancarlo Giannini a proposito della scomparsa di Gina Lollobrigida —, mica tanto tempo fa, parliamo di una decina d’anni. Mi parlò di una commedia musicale, non mi disse altro. Io risposi, pensiamoci, perché no?».
Avete mai lavorato insieme?
«No, ma a Hollywood saremo legati dalla stella nella Walk of Fame che mi daranno accanto alla sua a fine febbraio. Però abbiamo avuto una serata in cui eravamo gli ospiti d’onore».
«A Matera, per la fine delle riprese del film di 007 con Daniel Craig, invitarono gli attori italiani che negli anni hanno partecipato alla saga. Gina fu molto divertente, ironica. Era di una semplicità estrema, non si prendeva sul serio, sembrava capitata lì per caso. La sommersero di domande sui suoi amori americani, presunti o reali, da Cary Grant in giù. Era bravissima a eludere le domande, a dire e non dire, glissava con un sorriso malizioso, non dava risposte precise. A microfoni spenti mi confidò che le fanno sempre le stesse domande e si divertiva a rispondere la prima cosa che le passava per la testa».
Era lucida, al contrario di quanto sostengono i suoi nemici?
«Aveva solo problemi di mobilità. Non riusciva a camminare bene. Quando la cerimonia finì, mi sorprese».
«Perché di sua spontanea volontà cominciò a parlarmi della contesa vicenda ereditaria col figlio, la storia del suo assistente che l’angosciava. Ma, ripeto, era molto lucida».
Quando divenne anziana, la «leggenda» della Lollo la si dava per scontata, non era più lassù sul piedistallo, come Sophia Loren.
«E’ vero, ma lei era anche una donna riservata, non si faceva tanta pubblicità, andava in tv nel salotto di Mara Venier e poco altro. E in passato aveva trascorso tanti anni in America per film magari non indimenticabili ma accanto a grandi divi, insomma per lungo tempo era mancata dall’Italia».
Si conciava con i capelli cotonati…
«Era il suo stile, un po’ barocco, adorava le paillettes, i grandi orecchini. Ma ho una foto in soggiorno di noi due insieme dove porta un abito azzurro molto elegante».
In quali altre occasioni vi siete visti?
«A casa di Zeffirelli sia sull’Appia antica (erano vicini di casa), che nella villa di Franco a Positano. Passavamo ore sulla terrazza affacciata sul golfo. Con Zeffirelli avevo fatto da giovane Romeo e Giulietta, era il periodo in cui stava lavorando a I Medici, progetto che non andò in porto. A Gina piaceva molto mangiare, si mescolava agli altri ospiti, c’erano sempre le gemelle Kessler, squadre di sceneggiatori americani, c’era un via vai spettacolare».
«Certamente Pane amore e fantasia, la Bersagliera che faceva girare la testa a tutti. Era una bellezza mediterranea con un viso angelico. Ho lavorato praticamente con tutte le grandi attrici, nell’ambiente mi dicevano stai attento, sono capricciose, terribili, ti faranno diventare matto. Io mi sono sempre trovato bene con tutte, anche con Monica Vitti. Con la Lollo avevo una cosa in comune».
«La passione per la fotografia. Mi diceva, ho fotografato tutti, manchi solo tu. Quello scattò non me lo fece mai. Gina e Sophia Loren sono le leonesse del cinema italiano. Se c’è una cosa che ricorderò di lei è la sua risata contagiosa».
17 gennaio 2023 (modifica il 17 gennaio 2023 | 09:30)
© RIPRODUZIONE RISERVATA