A Londra proporrà formalmente quanto anticipato dopo lo scontro nello studio Ovale tra Trump e Zelensky. Serve un vertice tra Stati Uniti, Paesi europei, e alleati per riaffermare l’unità dell’Occidente di fronte alle sfide globali, a partire dalla guerra in Ucraina.
Giorgia Meloni evita di prendere posizione nella disputa andata in scena a Washington tra l’inquilino della Casa Bianca e il presidente ucraino, ma il messaggio che vuole recapitare ai partner dell’Italia è che le divisioni favoriscono solo Mosca e chi scommette sul declino dei valori occidentali.
Sul tavolo della riunione londinese, la premier ritroverà anche la proposta di Starmer, con cui avrà un bilaterale prima dell’inizio dei lavori, e di Macron, circa l’invio di truppe europee sul suolo ucraino nell’ambito di un accordo di pace. Un’opzione che la presidente del consiglio reputa poco efficace. La posizione di Roma, ribadita da diversi ministri nei giorni soccorsi, è che la partecipazione dei soldati italiani ci sarà solo in caso di missione sotto l’ombrello ONU.
Sulla questione difesa, Meloni assicurerà agli alleati che anche l’Italia è pronta a fare di più, soprattutto se il Consiglio Europeo darà seguito all’apertura di Von der Leyen sullo scorporo delle spese nel settore dal patto di stabilità. L’obiettivo è raggiungere la fatidica soglia del 2 per cento del PIL chiesta dalla NATO, e magari superarla in tempi ragionevoli.
Ma la premier rimane convinta che per rafforzare veramente la capacità di difesa del Vecchio Continente, la soluzione migliore sono gli eurobond.
E questa è la proposta che sarà reiterata da Meloni al vertice straordinario del 6 marzo a Bruxelles sulla difesa comune e sulle proposte europee per una pace giusta e duratura in Ucraina.