Il Carnevale di Ivrea vanta otto secoli di storia. Il “rito della Zappata” e l’ “abbruciamento degli Scarli” (ovvero l’incisione sul terreno da parte di neosposi per piantare un albero che si brucia alla conclusione del Carnevale) sono tradizioni basso-medievali tramandate oralmente fino all’Ottocento, quando poi nacquero le prime testimonianze scritte.

Famoso per la spettacolare Battaglia delle arance che si terrà per tre giorni, a partire da domenica 2 marzo, il Carnevale di Ivrea (incluso nel Calendario delle Manifestazioni italiane di rilevanza internazionale) è il ricco di tradizioni intrecciate. 

Ogni epoca gli ha lasciato qualcosa che la rappresentava e così si è costruito un complesso cerimoniale che comprende rituali, personaggi e cerimonie che vanno dal tardo medioevo al 1858 e che si è continuato ad arricchire fino ai nostri giorni.

carnevale ivrea (Rainews.it)

La protagonista della rappresentazione è la Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa sin dalla sua apparizione nel 1858.
La leggenda rievocata dai festeggiamenti vuole che Violetta, la figlia di un mugnaio, liberò con un coraggioso gesto gli eporediesi (abitanti di Ivrea, ndr.) dalla tirannia, perché si ribellò allo ius primae noctis imposto dal barone e la Battaglia delle arance, nella interpretazione data nel corso del ‘900, vuole rievocare proprio questa immaginaria rivolta.

Presentazione dei carri - Ivrea

Presentazione dei carri – Ivrea (RaiNews.it)

I cittadini e i visitatori, a partire dal Giovedì Grasso, per tradizione scendono in strada indossando il classico “Berretto Frigio”: un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà.

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