“Salvaguardare e tutelare quelle che sono in fondo le nostre radici culturali che nel presepe hanno un altissimo esempio”. Questo l’obiettivo della proposta di legge della senatrice Fdi Lavinia Mennuni che, appena presentata, ha innescato reazioni e polemiche.

“Da qualche anno assistiamo a inaccettabili e imbarazzanti decisioni di alcuni organi scolastici che vietano il presepe nelle scuole, o ne modificano l’essenza profonda, modificando ad esempio la festa del Natale in improbabili festività dell’ inverno per non offendere i credenti di altre religioni. Con la proposta di legge che ho presentato e che è stata firmata da molti parlamentari, non sarà più possibile cancellare il presepe, il Natale e la Pasqua all’interno degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado”, ha chiarito la senatrice Fdi.

Procedimenti disciplinari per presidi che vietano presepe 

A fare particolarmente discutere è l’articolo n.4 contenuto nella proposta di legge che prevede un procedimento disciplinare per il preside che vieta il presepe a scuola.

“La violazione delle norme di cui alla presente legge di dipendenti della pubblica amministrazione – si legge nel testo – determina procedimento disciplinare secondo le norme”. In particolare, nella legge si fa “divieto di impedire iniziative promosse da genitori, studenti, o dai competenti organi scolastici, volti a proseguire attività legate alle tradizionali celebrazioni legata la Natale e alla Pasqua cristiana, come l’allestimento del presepe, recite e altre manifestazioni ad essi collegate”.

Presepe in unascuola (gettyimages)

Immediata la risposta dell’Associzione presidi (Anp): “Bisogna certamente tener presente le tradizioni del Paese, ma imporle per legge è fuori luogo. Ci sarà comunque modo, nel dibattito parlamentare, di valutare bene il da fare”, ha commentato il presidente dell’Anp Antonello Giannelli.

A dire la sua sulla proposta di legge, già ribattezzata “Giù le mani dal presepe”, è anche Riccardo Magi segretario di +Europa.

“Puntuale come un orologio svizzero, sotto Natale tornano le proposte di legge della destra per salvaguardare le tradizioni cristiane italiane. La stessa destra guidata da Giorgia Meloni per cui oggi la Sacra Famiglia, in fuga dalla persecuzione, finirebbe probabilmente in un Cpr, magari in Albania, in attesa di sapere da qualche giudice in Italia se sono degni o meno di mettere piede sul territorio italiano. Perché è qui l’ipocrisia, al limite del blasfemo secondo i canoni della religione cattolica, della politica del governo: salvaguardare simboli religiosi quasi come aspetti del folklore e rendere più difficili i soccorsi per chi rischia la vita in mare”, ha sottolineato con pungente ironia Magi. 

“Tra l’altro, l’imposizione che vorrebbe Fratelli d’Italia non solo offende i credenti per questo uso strumentale dei simboli religiosi, ma è anche incostituzionale perché contraddice la libertà di culto secondo l’art. 19 della Costituzione, ma soprattutto ricorda regimi religiosi che vogliono imporre la parola di Dio per legge”, conclude Magi.

Critico anche il segretario di Sinistra Italiana e deputato di  Avs, Nicola Fratoianni.

“Fratelli d’Italia ha presentato una  proposta per ‘difendere’ il presepe nelle scuole. Da chi? Non si sa. Però prevedono multe e sanzioni per chi non si adegua. Alla faccia dello stato laico. E alla faccia di cittadine e cittadini, sempre più  in difficoltà tra stipendi da fame, sanità al collasso e carovita, che devono sentire questo governo disquisire sugli addobbi di Natale. Davvero assurdo. Quindi, una legge per difendere il presepe sì,  iniziative per difendere gli stipendi no. Questo è il governo Meloni”, scrive su su Facebook.

E proprio mentre il governo rinforza sulle tradizioni cattoliche, proprio dalla Chiesa arriva la provocazione più forte: don Vitaliano della Sala, parroco di Capocastello (Avellino), in Irpinia, quest’anno nel presepe ha messo due mamme per il bambinello.

“Le critiche al mio presepe con le due madonne? Il mio gesto vuole essere un’occasione di incontro e di confronto e non di scontro ideologico che è più che altro legato alla politica”, risponde il sacerdote agli attacchi.

“La realtà che è oggi ci sono altri tipi di famiglie. Negli oratori, al catechismo, arrivano bambini figli di divorziati, di single, ma anche di coppie gay. E noi li dobbiamo trattare tutti allo stesso modo, con rispetto. D’altra parte è lo stesso Papa Francesco a dire che la Chiesa non deve escludere nessuno”, sottolinea. “Siamo nel 2023 e nel mio presepe ho voluto mettere una coppia arcobaleno perché anche loro sono un tipo di famiglia. Non c’è più una famiglia tradizionale. E dobbiamo tenerne conto perché – ribadisce – Gesù Cristo si incarna pure per loro”.

Condividere.
Exit mobile version