Insieme ai progetti per l’estate, arrivano puntuali le scadenze fiscali del sesto mese dell’anno. Due le date principali: il 16 e il 30 giugno.

Nel primo appuntamento cittadini e imprese sono chiamati a versare all’erario 42.3 miliardi, dice uno studio della Cgia di Mestre. Tra le voci in tabella Irpef, Iva, contributi Inps e anche l’Imu che coinvolge circa 25 milioni proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale. Secondo un rapporto della Uil, l’acconto Imu 2025 produrrà 9,7 miliardi di entrate allo Stato, metà dei 19,4 dovuti annualmente.

Per i proprietari di una seconda casa, si legge nel documento, l’acconto medio sarà di 488 euro (986 annui), ma la tassa varia molto in base alle tariffe comunali. Roma è la città più cara con medie che sfiorano i 3500 euro annui, a cui seguono Milano e Venezia.

Il 30 giugno invece scadono tra l’altro i termini per il versamento del saldo e primo acconto delle imposte sui redditi per persone fisiche, società di capitali, imprese e professionisti. Da questo secondo termine, la Cgia stima un’entrata per l’erario di 17 miliardi – e quindi 59,3 miliardi è il totale delle due scadenze di giugno. 

Nel 2024, dice l’istituto, l’Italia si conferma il sesto Paese europeo per pressione fiscale, con un carico pari al 42,6% del PIL. E comunque l’evasione rimane elevata, sebbene l’Agenzia delle Entrate abbia recuperato una cifra record di 33,4 miliardi di euro.

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