«Glass onion» è un lungo sbadiglio (voto 5), più gradevole «Matilda» (7), «Natale a tutti i costi» si può saltare (4)- Corriere.it

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di Maurizio Porro

Tre diversi titoli, tra i molti disponibili sulla piattaforma, hanno tenuto banco durante le Feste

Natale su Netflix. Com’è andata? A parte i due Pinocchi di cui si è parlato e di cui uno esula dalla dimensione fiabesca per entrare in quella politica, ci sono tre titoli, tra i molti distribuiti sulla piattaforma. Il primo, «Glass onion – Knives out» ha avuto una breve anteprima in sala, passata senza pubblicità, quindi invisibile, e si è poi rifatto in video. È la seconda puntata, ambientata su panorami da isola greca, delle avventure del detective Benoit Blanc che, nonostante sia impersonato dall’ultimo James Bond Daniel Craig, è molto diverso da 007, somiglia più ai concettosi eroi del rapporto causa effetto di Agatha Christie ed infatti la scena del crimine è tutta in casa con finestre aperte su glamour panorami ellenici. Ma la materia è molto più insipida che in «Invito a cena con delitto», non decolla mai l’attenzione, infine è un lungo sbadiglio nonostante il cast.

Gradevole è invece la seconda riduzione cinematografica, questa volta in musical, del romanzo per bambini di Roal Dahl («La fabbrica di cioccolato») «Matilda» che già nel 96 aveva ispirato Danny De Vito per «Matilda 6 mitica». Qui, la stessa materia ma ravvivata da numeri collettivi di danza e canto, con la sfortunata Matilda che, bambina nata e rifiutata da una famiglia trash cafona e perfida, riesce ad accedere alla scuola, dopo aver letto da sola Faulkner e Dostoevskji, grazie a una maestra miss Honey, afro americana legata per parentela alla diabolica e perfida preside, la signorina Trinciabue (un divertimento di Emma Thompson irriconoscibile). Sopporterà le peggio cose, come i compagni, finché i buoni vincono e la musica può scatenarsi in una scena finale di giostre alla Grease, con impeto, dopo aver subìto leggende e paure anche horror.

Il regista è Matthew Warchus che si ispira al musical di Dennis Kellye e Tim Minchin che dal 2010 furoreggia a Londra e Broadway con decine di premi, la musica è di Minchin e Nightingale, la piccola Alisha Weir è al centro della compassione e attenzione, ma per fortuna ha dalla sua prodigiosi poteri psichici che la porteranno alla vittoria. Per esigenze di tempi filmici sono stati tagliati alcuni bellissimi numeri del musical (metti quello sulle altalene, il grow up) ma resta l’impianto e la connivenza con prodotti del genere è l’unica garanzia di partecipazione.

Nessuna convivenza, e siamo al terzo e ultimo film, è invece possibile con il cinepanettone Netflix «Natale a tutti i costi» diretto da Giovanni Bognetti, autore di commedioline non memorabili e qui impegnato a far rivivere i non rimpianti fasti del genere natalizio di Boldi e De Sica, con una aggiunta sentimentale che rende il tutto davvero indigeribile anche per la scarsissima qualità del cast giovane. Resistono gli anziani: Fioretta Mari con una battuta si mangia tutti, Iaia Forte sta un attimo ma è simpatica, Christian stavolta è perfino misurato e la Finocchiaro, nel senso di Angela, non ha problemi a salire sul podio per professionale simpatia e innato sense of humour. Purtroppo le occasione di usarlo con questa sceneggiatura sono ben poche: si tratta di una coppia di attempati genitori che vivono da provinciali e vedono poco i due figli che fanno i preziosi e minacciano di non andare a trovarli neppure per Natale, finchè l’idea di una finta eredità li riavvicina alla famiglia, in un finale che denuncia meschinerie e grettezze ma senza alcuna eleganza ma buttandosi sulle solite cose, su battute prevedibili e previste da lontano, senza alcuna inventiva, provocando alla fine, proprio contro allo spirito di Natale, una forte malinconia: ma siamo sicuri che ci voglia ancora il cinepanettone? I più generosi dicono che sia stato uno specchio della peggiore Italia, forse è vero, nonché del cinema trash, ma ora che ce ne siamo liberati, De Laurentiis si occupa di calcio, la coppia storica non esiste da anni e i cicli storici del cinema natalizio continuano e mutano, si può tranquillamente voltar pagina, passare all’Epifania.

11 gennaio 2023 (modifica il 11 gennaio 2023 | 09:31)

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