“Tante trasformazioni hanno accompagnato, nei secoli, il divenire d’Italia. La sua struttura economica, la nascita delle città, sino ai fenomeni contemporanei degli addensamenti metropolitani e dell’industria manifatturiera di massa. Ma c’è una costante nella nostra storia. In tutti questi passaggi, un fenomeno non è mai venuto meno. Dai tempi delle corporazioni medievali sino a oggi: quello dell’artigianato. Potremmo ben dire che nel Dna delle abilità e dei saperi degli artigiani risiede tanta parte della storia d’Italia, di cui costituisce, tuttora, un motore di sviluppo” ha detto, tra le altre cose, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’Assemblea generale di Confartigianato, in corso a Roma.

“Di certo, nessuno può considerarle una parte residuale dell’economia. Le imprese artigiane costituiscono oltre il 20% del tessuto imprenditoriale del Paese. Rappresentano il 15% degli occupati, oltre a costituire un fattore di identità, strettamente legato anche al made in Italy. La Repubblica ha saputo riconoscere questo valore, con un esplicito riferimento nella Costituzione. Alla Costituente fu di Michele Gortani, del Gruppo democratico-cristiano, geologo, socio dell’Accademia dei Lincei, la proposta di menzionare nella Carta l’artigianato tra le attività produttive meritevoli di attenzione e di cura. Vi fu in quella sede chi sollevò un’obiezione, argomentando che, considerato che il nuovo codice civile, approvato solo pochi anni prima, aveva collocato gli artigiani nell’ambito delle piccole imprese, sarebbe stato sconveniente distinguere tra imprenditori, privilegiando l’artigianato rispetto al piccolo commercio o ad altri settori. I gruppi politici, tutti, si pronunciarono, tuttavia, a favore della proposta di Gortani, che venne approvata nella versione oggi presente al secondo comma dell’articolo 45: ‘La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato’. Un privilegio, da collocare nel ragionamento complessivo che la Carta sviluppa agli articoli 44 e 47, dove vengono citati la piccola e media proprietà terriera e la proprietà diretto-coltivatrice”.

L’aumento degli artigiani fra gli immigrati è un segnale positivo. Aiuta ad arricchire e a tenere in vita competenze e mestieri che possono riattivare circuiti a rischio di interruzione. Sviluppa talenti, innova prodotti e mercati. Gli interlocutori sociali, i corpi intermedi, come la vostra associazione, accanto a una attività di rappresentanza di interessi, esprimono una preziosa funzione di attore sociale” ha infine ricordato il capo dello Stato.

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