Alphabet, la società madre di Google, ha acquisito Wiz, una startup israeliana specializzata in sicurezza informatica per il cloud, per 32 miliardi di dollari. L’annuncio è stato fatto il 18 marzo 2025, segnando l’acquisizione più costosa nella storia di Google. Wiz, fondata nel 2020 a Tel Aviv e con sede a New York, si occupa di soluzioni di cybersecurity basate sul cloud, un settore strategico per competere con colossi come Amazon Web Services (AWS) e Microsoft Azure.
L’operazione, che si prevede sarà finalizzata nel 2026 dopo l’approvazione delle autorità regolatorie, mira a rafforzare Google Cloud, integrando le tecnologie di Wiz per migliorare la sicurezza e supportare l’approccio multicloud. Nel 2023, Google aveva già tentato di acquistare Wiz per 23 miliardi di dollari, ma l’accordo era fallito per timori antitrust. Questa volta, l’offerta più alta e il contesto di mercato hanno convinto la startup ad accettare. Wiz continuerà a offrire i suoi servizi anche su piattaforme concorrenti come AWS e Azure, una mossa che potrebbe facilitare il via libera delle autorità.
Oltre al rumore destato dal valore dell’offerta e dagli scenari che apre sulla sicurezza del cloud, dalla protezione preventiva all’innovazione basata sull’AI ad una cultura proattiva della security, desta interesse la start up israeliana e la sua storia, decisamente interessante ma anche poco conosciuta con una crescita esponenziale in soli quattro anni.
Wiz Cloud (wiz.io)
30/03/2025
La nascita di Wiz: dalle stanze segrete dei militari al cloud
Wiz è stata fondata nel 2020 da un team di ex militari dell’Unità 8200, la leggendaria divisione di intelligence tecnologica delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). I suoi fondatori – Assaf Rappaport, Yinon Costica, Ami Luttwak e Roy Reznik – hanno sfruttato l’esperienza maturata in ambito militare per creare una piattaforma innovativa focalizzata sulla sicurezza nel cloud. In pochi anni, Wiz è diventata un attore di spicco nel panorama globale della cybersecurity, attirando l’attenzione di grandi aziende tecnologiche.
Con sede principale a New York e radici a Tel Aviv, l’azienda ha capitalizzato sull’ecosistema tecnologico israeliano, noto per la sua eccellenza nella cybersecurity grazie alla sinergia tra esercito, università e startup.
Ma si potrebbe parlare dell’azienda sotto due aspetti quello tecnologico e quello dei legami con le forze israeliane.
Dal punto di vista tecnologico Wiz si distingue per la sua piattaforma di sicurezza cloud, progettata per offrire visibilità completa e protezione proattiva in ambienti complessi, multicloud e ibridi. Le sue capacità tecniche includono:
-la scansione rapida dell’intero ambiente cloud di un cliente – codice, risorse, servizi e applicazioni – costruendo un grafico dettagliato delle connessioni e delle vulnerabilità. Questo permette di identificare i rischi in tempo reale senza l’uso di agenti, rendendo l’implementazione semplice e scalabile.
– l’utilizzo di un’architettura di dati unica, la piattaforma così assegna priorità ai rischi più critici in base al loro potenziale impatto, consentendo ai team di sicurezza e sviluppo di concentrarsi sulle minacce più pericolose.
– la protezione preventiva e risposta: Wiz non si limita a rilevare i problemi, ma fornisce strumenti pratici agli ingegneri per risolverli prima del deployment delle applicazioni. Integra funzionalità di prevenzione degli attacchi e risposta rapida, collaborando con i principali fornitori cloud come AWS, Microsoft Azure e Google Cloud.
– l’integrazione e collaborazione: la piattaforma, infatti, facilita la collaborazione tra team di sicurezza e sviluppatori, promuovendo una cultura proattiva della sicurezza. Si integra facilmente con sistemi IT esistenti, garantendo un’adozione fluida.
– l’innovazione basata su AI: per la competenze dei suoi fondatori e al personale (molti dei quali ex-Unità 8200), Wiz utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare il rilevamento delle minacce e ottimizzare le risposte, mantenendosi all’avanguardia contro attacchi sempre più sofisticati.

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30/03/2025
L’ambiente in cui è nata Wiz: l’unità 8200
Dal punto di vista militare c’è grande curiosità per la sua nascita e il legame con la mitica Unità 8200 che è una delle divisioni più prestigiose e riservate delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), parte del Direttorato dell’Intelligence Militare (AMAN). Specializzata in intelligence dei segnali (SIGINT), cyber-sicurezza, guerra elettronica e raccolta di informazioni, è spesso paragonata alla National Security Agency (NSA) statunitense per il suo ruolo e le sue capacità. Con sede principale nella base di Glilot, vicino a Tel Aviv, l’Unità 8200 è nota non solo per il suo contributo alla sicurezza nazionale di Israele, ma anche per essere un incubatore di talenti che hanno rivoluzionato il settore tecnologico globale.
Fondata negli anni ’50 come parte del nascente apparato di intelligence israeliano, l’Unità 8200 ha assunto il suo nome attuale negli anni successivi ed è cresciuta in importanza durante i conflitti del XX secolo, come la Guerra dei Sei Giorni (1967) e la Guerra dello Yom Kippur (1973), dove l’intercettazione delle comunicazioni nemiche si è rivelata cruciale. Con l’avvento dell’era digitale, il suo ruolo si è evoluto verso la cyber-intelligence e la protezione delle infrastrutture critiche, diventando un attore chiave nella guerra informatica moderna.
Durante la Seconda Intifada (2000-2005) e le operazioni contro Hamas e Hezbollah, l’Unità ha perfezionato le sue capacità di sorveglianza e contrasto alle minacce asimmetriche. La sua reputazione è stata ulteriormente consolidata da operazioni come l’attacco informatico Stuxnet (attribuito a Israele e Stati Uniti), che nel 2010 ha sabotato il programma nucleare iraniano, dimostrando il potenziale distruttivo della cyber-guerra.
L’Unità 8200 è nota anche come la “fabbrica di startup”. Dopo il servizio militare, molti veterani fondano aziende tecnologiche, portando con sé competenze uniche e una mentalità orientata al problem-solving. Tra le aziende nate da ex-membri ci sono oltre a Wiz:
Check Point (pioniera dei firewall, fondata da Gil Shwed).
Palo Alto Networks (con contributi significativi da ex-8200).
Mobileye (tecnologia per la guida autonoma).
NSO Group (sviluppatrice del controverso spyware Pegasus).
L’Unità 8200 dell’IDF (@difesaonline)
30/03/2025
Criticità dell’accordo Google Wiz
L’Unità 8200 è un’istituzione unica che unisce intelligence, tecnologia e innovazione, con un impatto profondo sia in ambito militare che civile, rendendola una delle organizzazioni più temute e ammirate al mondo.
Israele ha sviluppato, grazie all’unità e al mondo che si è sviluppato intorno, un sofisticato apparato di controllo del territorio palestinese attraverso tecnologie cyber, sfruttando la sua leadership nel campo della cybersecurity e dell’intelligence digitale. Questo sistema si inserisce nel contesto dell’occupazione dei Territori Palestinesi (Cisgiordania e Striscia di Gaza) iniziata nel 1967 e si è evoluto con l’avvento delle tecnologie moderne, trasformando i palestinesi in una delle popolazioni più sorvegliate al mondo.
Le tecnologie cyber israeliane, spesso sviluppate da aziende legate all’Unità 8200, sono impiegate per una sorveglianza capillare tipo:
-riconoscimento biometrico e facciale: Sistemi come “Blue Wolf” (introdotto nel 2021 a Hebron) e “Red Wolf” utilizzano l’intelligenza artificiale per identificare i palestinesi ai checkpoint attraverso scansioni facciali, creando database biometrici senza consenso. Questi dati includono informazioni personali, storia familiare e valutazioni di “pericolosità”.
– spyware Pegasus: sviluppato da NSO Group, questo software è stato usato per penetrare i dispositivi di attivisti, giornalisti e cittadini palestinesi, intercettando messaggi criptati e persino inserendo informazioni false per compromettere gli utenti.Le inchieste più note sono emerse con il “Pegasus Project” (2021), che ha mostrato come molti governi si siano dotati di strumenti prodotti dalla società israeliana Nso Group per condurre operazioni di sorveglianza potenzialmente lesive dei diritti fondamentali. Del caso si è tornato a parlare con l’esplodere della vicenda Paragon in Italia.
Recenti inchieste rivelano che l’IDF ha sviluppato un sistema simile a ChatGPT, addestrato su conversazioni e dati personali dei palestinesi in Cisgiordania, per prevedere comportamenti e prevenire proteste o attacchi. Come il “Progetto Nimbus”, un accordo da 1,2 miliardi di dollari con Google e Amazon che fornisce servizi cloud per archiviare dati sui palestinesi e potenziare la sorveglianza, inclusa l’analisi del sentiment e il monitoraggio di immagini.
Le tecnologie testate sui palestinesi Israele le esporta a livello globale, promuovendole come “combat-proven”. Pegasus, ad esempio, è stato venduto a regimi autoritari per spiare dissenso, mentre sistemi di sorveglianza sono stati acquistati da governi in Africa e Asia, spesso in cambio di sostegno diplomatico all’ONU.
Un approccio che ha sollevato critiche internazionali. Organizzazioni come Amnesty International denunciano un sistema che viola privacy, libertà di movimento e diritti umani, creando un ambiente coercitivo per i palestinesi e non solo. La dipendenza dalle big tech occidentali (Google, Amazon, Facebook) evidenzia anche una complicità globale, mentre l’assenza di regolamentazione internazionale lascia un vuoto che Israele sfrutta.
Ed è anche per questo che l’accordo Google Wiz fa molto rumore.
NSO l’azienda del progetto Pegasus (@amnestyinternational )
30/03/2025