Un tribunale della Groenlandia ha deciso di estendere per altri 28 giorni la detenzione dell’attivista statunitense-canadese Paul Watson in attesa di una decisione sulla richiesta di estradizione nei suoi confronti da parte del Giappone.
Il settantatreenne, famoso per la sua battaglia contro la caccia alle balene, è stato arrestato lo scorso 21 luglio a Nuuk, la capitale del territorio autonomo danese, sulla base di un mandato di arresto giapponese del 2012 che lo accusa di aver danneggiato una delle sue baleniere in Antartide nel 2010 e di aver ferito una persona dell’equipaggio.
Nel giorno dell’udienza, a Parigi centinaia di persone sono scese in piazza per manifestare il proprio sostegno a Watson.
In un’intervista dal carcere con l’agenzia di stampa France Presse, l’ambientalista ha dichiarato che il periodo trascorso dietro le sbarre non gli ha impedito di continuare la sua lotta per salvare le balene: “Se pensano che questo impedisca la nostra opposizione, ho solo cambiato nave. La mia nave ora è la prigione di Nuuk”.
Secondo Paul Watson e i suoi legali Tokyo vogliono vendicarsi: “Vogliono dare l’esempio che non si scherza con la caccia alle balene”.
Se condannato, il fondatore dell’organizzazione Sea Shepherd e co-fondatore di Greenpaece rischia una condanna fino a 15 anni di carcere.