Proseguono le indagini sul caso della morte di Gene Hackman e della moglie Betsy Arakawa con nuovi dettagli che emergono dalla ispezione della villa dove sono stati ritrovati i corpi dell’attore e di sua moglie lo scorso febbraio.

Il Dipartimento della Salute del New Mexico ha rilevato la evidente mancanza di cura della villa di Santa Fe, carente delle condizioni igieniche elementari.
L’abitazione era infestata dai topi, si apprende da un aggiornamento pubblicato da Tmz.

La coppia, lei 63 anni e lui 95, faticava – evidentemente – a tenere in buone condizioni la tenuta di famiglia, una proprietà da 4 milioni di dollari che si estende in una vasta area sulle colline di Santa Fe. L’ispezione ha evidenziato la presenza di almeno otto punti infestati dai topi. Escrementi e urine dei roditori sono stati trovati nel garage, nei capannoni e in due casette, sempre parte della proprietà. La presenza di trappole per roditori suggerisce la consapevolezza da parte degli Hackman del problema cui, però, non sono riusciti a far fronte.

Cos’è l’hantavirus

Gli hantavirus si trasmettono attraverso il contatto con roditori infetti o con i loro escrementi. L’infezione inizia con febbre improvvisa, cefalea, dolori muscolari e a volte sintomi addominali, che possono essere seguiti da tosse e respiro affannoso o da problemi renali. Le analisi del sangue finalizzate a identificare il virus possono confermare la diagnosi.

L’hantavirus può sviluppare due forme cliniche: una respiratoria e una febbre emorragica con sindrome renale. La prima è quella più comune negli Stati Uniti, quindi si pensa che sia questa ad avere provocato la morte di Arakawa. La malattia si manifesta inizialmente con sintomi simili all’influenza, seguiti però da una grave insufficienza respiratoria.

Questo virus si prende direttamente dai roditori: sono conosciuti più di 200 specie di roditori potenzialmente infettanti.

La sintomatologia

La sindrome da hantavirus provoca in genere febbre e dolori muscolari che solitamente durano per tre-sei giorni. Se non viene curata, però, la malattia progredisce innescando i sintomi più gravi. Si forma fluido nei polmoni e a attorno ad essi. A quel punto, le condizioni peggiorano rapidamente e la persone colpita muore in un lasso di tempo che va da 24 a 36 ore.

Le cure

Soprattutto per i casi di febbre emorragica, le cure possono comprendere la somministrazione di un antivirale ampio spettro. Per la forma polmonare si sostengono il respiro e il circolo, si ricorre ad assistenza ventilatoria: cure che rientrano nei protocolli terapeutici delle infezioni polmonari. Per la forma emorragica, che è quella che miete meno vittime, la terapia di supporto può comprendere la dialisi renale. Il decorso, generalmente a prognosi benigna, è di circa due settimane.

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