“Ho agito per legittima difesa”. E chiama i sostenitori in tribunale

“Ho agito per legittima difesa. Ho solo voluto proteggere la mia famiglia”. Ha concluso così la sua mezz’ora di dichiarazioni spontanee Mario Roggero: nell’udienza del 3 dicembre ha parlato davanti alla Corte d’assise d’appello di Torino che dovrà decidere se confermare o meno la condanna di primo grado a 17 anni di carcere per aver ucciso due rapinatori e ferito un terzo nel 2021 fuori dalla sua gioielleria a Grinzane Cavour: morirono Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino, sopravvisse Alessandro Modica.

Roggero ha parlato leggendo da un foglio: “Per non emozionarsi”, ha spiegato il suo avvocato Stefano Marcolini. Questo non gli ha impedito di scaldarsi e di rivendicare quei quattro colpi di pistola. Dichiarazioni spontanee partite da lontano, dalle origini umili e dalla gioielleria rilevata con fatica, finché la presidente della Corte non lo ha ripreso e invitato ad attenersi ai fatti. Allora lui ha cominciato a elencare i furti subiti negli anni in negozio e in casa, fino alla rapina più violenta del 2015: da allora – ha detto l’imputato – “continuiamo a vivere in uno stato di paura costante”. Quel trauma – è la sua tesi difensiva – condizionò la sua reazione del 2021. Nel processo di primo grado, tuttavia, era già stato valutato capace di intendere e di volere al momento dei fatti

Ad ascoltarlo, in un’aula piena, c’erano tanti familiari e amici da lui stesso chiamati a raccolta con un post su Facebook. Tra loro era presente anche Frank Mascia, il militante torinese di estrema destra indagato per istigazione a delinquere. 

I giudici si sono ritirati in camera di consiglio per decidere. La procura generale aveva chiesto la conferma dei 17 anni di carcere.

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