«Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato».
Durante l’interrogatorio in cui ha confessato gli omicidi ha parlato di un “malessere”, per spiegare quel senso di “oppressione”, solitudine ed estraniamento, il 17enne che nella notte tra sabato e domenica a Paderno Dugnano (Milano) ha ucciso padre, madre e fratello a coltellate. Un “malessere”, questo il termine messo a verbale dal ragazzo davanti a inquirenti e investigatori, non solo in relazione alla famiglia, ma anche più in generale alla società. Ha pianto a lungo e chi l’ha visto nelle ore dell’interrogatorio ha trovato un ragazzo “fragilissimo”.