“L’attività di individuazione dei migranti eleggibili per le procedure di frontiera in Albania è stata svolta, a bordo della prescelta nave hub della Marina Militare Libra, da un team di operatori costituito da sette mediatori linguistico-culturali, da personale sanitario dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), nonché da un funzionario di polizia, coadiuvato da tre operatori e rappresentanti dell’Unhcr”: lo spiega durante il Question Time alla Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

“Le operazioni – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia – sono state svolte dopo il salvataggio in acque internazionali di 79 migranti, dei quali solo 16 sono risultati in possesso dei requisiti per il trasferimento in Albania, sulla base del vademecum finalizzato alla rilevazione delle vulnerabilità elaborato dal Ministero dell’Interno”.

“I migranti sono stati, pertanto, sottoposti ad accurata visita medica da parte dei sanitari dell’Oim, nel pieno rispetto della loro privacy e intervistati individualmente, al fine di facilitare l’emersione di eventuali vulnerabilità, anche di natura psicologica. Durante la navigazione, è stata garantita ai migranti sia l’assistenza sanitaria a cura del medico di bordo sia una dettagliata informativa, nelle lingue a loro comprensibili, sulle procedure applicate e sui loro diritti, anche grazie alla permanenza a bordo di tre mediatori linguistico-culturali dell’Oim. Ai migranti sono state, inoltre, fornite coperte termiche, pasti caldi preparati a bordo della nave, che dispone di un hangar dove è stata allestita un’area attrezzata per il riposo e con servizi igienici”.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha proseguito: “Giunti in Albania, dopo il via libera sanitario rilasciato dal medico a bordo, i migranti sono stati sbarcati e avviati alle procedure di screening sanitario e di identificazione svolte presso l’hotspot. Durante questa fase, due cittadini del Bangladesh, contrariamente a quanto era emerso a bordo della Libra, si sono dichiarati minori degli anni 18. Altri due migranti egiziani, a seguito delle visite mediche effettuate, sono risultati non idonei alla vita in comunità ristretta, ciò confermando l’accuratezza dei controlli svolti. Per le predette ragioni, i quattro stranieri, assistiti da un mediatore dell’Oim, sono stati condotti in Italia e inseriti nel sistema di accoglienza”.

“La legge di ratifica del protocollo con l’Albania ha previsto gli stanziamenti necessari anche per le operazioni di trasporto dei migranti dalle acque internazionali al porto di Shengjin, ove ha sede la struttura con funzioni di hotspot” spiega ancora il ministro. Che aggiunge: “In quest’ottica, la procedura di consultazione di mercato, a cui fanno riferimento gli onorevoli interroganti, costituiva una fase esplorativa, e quindi non vincolante, per il Ministero dell’interno, che si è riservato la facoltà di espletare altre procedure, nonché di interrompere in qualsiasi momento il procedimento avviato”. Il titolare dei Rapporti con il Parlamento ha concluso: “E infatti, successivamente, nella fase operativa, è stata verificata la praticabilità dell’impiego di una nave della Marina Militare, soluzione che ha comportato un sensibile risparmio rispetto alle somme inizialmente preventivate. Ciò vale anche per la nave della Guardia costiera Visalli, che è stata utilizzata per le operazioni di rientro in Italia di 12 migranti”.

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