E’ il cadavere di Mike Lynch il quinto ad essere stato recuperato questa mattina dai sommozzatori dei vigili del fuoco all’interno del Bayesian, era rimasto bloccato all’interno di una cabina dello yacht a vela affondato all’alba di lunedì davanti a Porticello (Palermo). Rimasto per tre giorni a 50 metri di profondità, ora all’appello manca solo la figlia 18enne Hannah. Diversi giornali mettono in fila i misteri ancora irrisolti e le coincidenze che alimentano teorie del complotto attorno a questo caso, a partire dalla morte per un incidente stradale del socio di Lynch, solo due giorni prima del naufragio della Bayesian, fino alle attività informatiche legate ai segreti di Intelligence. Vediamole nel dettaglio.
Stephen Chamberlain, il socio morto in un incidente due giorni prima
Stephen Chamberlain, ex top manager della multinazionale dell’informatica Autonomy, era stato assolto negli Usa in un processo per frode lo scorso giugno insieme al fondatore della stessa società: Mike Lynch. Chamberlain è morto mentre faceva jogging nella contea inglese del Cambridgeshire, investito da una signora di 49 anni.
Chamberlain, anche grazie a Lynch, aveva raggiunto i ranghi più alti nel mondo della tecnologia britannica prima che il suo successo venisse oscurato dalla lunga battaglia legale legata al periodo in cui avevano diretto una delle startup più importanti del Regno Unito. La notizia viene data con grande risalto sui media del Regno Unito che già parlano di “maledizione” attorno ai vertici societari che solo due mesi fa avevano rischiato di subire dure condanne da parte della giustizia americana.
Dopo aver lasciato la società Autonomy nel 2012, il top manager aveva lavorato come direttore operativo per la Darktrace, multinazionale inglese di cybersecurity creata da Lynch tramite il suo braccio finanziario Invoke Capital e fin da subito legata ai servizi segreti britannici, dall’MI5, che opera all’interno del Regno in funzione di controspionaggio, all’Agenzia per la sorveglianza elettronica Gchq. Steve Huxter, un ex uomo dell’MI5, aveva cofondato la società, di cui era consulente l’ex direttore dello stesso servizio, Sir Jonathan Evans, molto criticato per aver detto che le informazioni ottenute attraverso la tortura “devono essere viste nel contesto dei tempi” quando l’intelligence di Londra era finita sotto accusa per il trattamento di sospetti terroristi britannici all’estero nel programma delle ‘rendition’ messo in campo dagli americani dopo l’11 settembre.
Già la prima azienda di Lynch, la Cambridge Neurodynamics, aveva lavorato per i servizi segreti.
Il successo applicando l’informatica alle attività di intelligence
Lynch nel 1996 aveva realizzato un software per il riconoscimento delle impronte digitali e poi ha convertito gli stessi algoritmi per individuare persone attraverso tracce vocali o testi nelle mail. I sofware di Lynch sono stati uno degli strumenti utilizzati per dare la caccia ai terroristi di Al Qaeda analizzando miliardi di dati raccolti dalle polizie e dagli agenti americani e inglesi.
Il valore delle azioni della società di Lynch era decollato dopo l’invasione dell’Ucraina e la minaccia degli hacker del Cremlino, Darktrace è leader nei sistemi di profilazione con IA: individua potenziali sospetti analizzando quantità infinite di informazioni. Si dice che avrebbe venduto alcuni servizi agli agenti israeliani che hanno preparato l’offensiva contro Hamas dopo i massacri del 7 ottobre.
Morto anche il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer, supertestimone nel processo
Non erano solo grandi amici Mike Lynch e Jonathan Bloomer, quest’ultimo, esponente di spicco della finanza britannica, aveva anche curato la revisione contabile della società Autonomy e per questo era stato un testimone fondamentale nel processo che accusava Lynch di aver falsificato i ricavi in modo fraudolento prima della sua acquisizione da parte di Hewlett-Packard nel 2011 per 11 miliardi di dollari. Bloomer era dal 2018 presidente della potente banca d’affari americana Morgan Stanley International.
Le cause dell’incidente ancora ignote e di difficile spiegazione
Non è ancora chiaro quale sia stato l’evento meteorologico che ha fatto ribaltare il veliero di 56 metri. Potrebbe essere stata una tromba marina, l’equivalente di una tromba d’aria che si sviluppa in mare anziché a terra, o un cosiddetto downburst, cioè una fortissima raffica di vento proveniente da un temporale, che arriva a terra e poi si sposta in orizzontale a una velocità che può superare anche i 100 chilometri orari. Quel che è certo è che tutte le imbarcazioni circostanti, tutte molto più piccole e meno attrezzate della Bayesian, non hanno subito danni. Impossibile non notare che, seppure l’evento meteorologico sia stato inatteso nella portata, di certo una tempesta era segnalata in arrivo da tutte previsioni meteo, e controllarle con accuratezza fa parte dei compiti principali di un equipaggio.
L’albero maestro non sembra aver subito danni, come ipotizzato invece in un primo momento. Gli alberi delle navi sono fatti per resistere in condizioni meteo avverse, e quello della Bayesian era particolarmente all’avanguardia, sottoposto a manutenzione quattro anni fa e non aveva dato mai problemi. Ma comunque neppure la rottura dell’albero sarebbe difficilmente riuscita a causare un naufragio così repentino, neanche se rompendosi avesse aperto grossi varchi nei fianchi della barca. Allo stesso modo è da escludere anche che un possibile squarcio nella carena causato da una secca che era nei pressi, possa aver causato un inabissamento in meno di 60 secondi.
È stato anche ipotizzato che l’acqua possa aver allagato la nave dopo essere entrata dai portelloni lasciati aperti sul ponte o sui fianchi della nave, forse finiti sott’acqua per le oscillazioni provocate dalle onde. Al momento questa teoria non è stata confermata dalle osservazioni fatte durante le operazioni di soccorso.
Il veliero era un gioiello dei cantieri navali Perini di Viareggio, varato nel 2008. Realizzata interamente in alluminio, avrebbe potuto solcare gli oceani, aveva ricevuto il premio del prestigioso magazine Super Yacht come migliore barca a vela del 2019.