Temporali improvvisi in estate sono molto frequenti. Al mare o in montagna, ricorda la Protezione civile uno dei pericoli più grandi è rappresentato dai fulmini, proprio come è accaduto sabato ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo, dove tre bagnanti sono state colpite e ferite.
In Italia cadono in media circa 1.600.000 fulmini all’anno, soprattutto, nei mesi di luglio e agosto. “I fulmini – spiega Sante Laviola, dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, CNR Isac– sono maggiormente connessi alle grandinate o ai temporali dove le nubi sono cariche di ghiaccio. E questo accade soprattutto nel periodo estivo quando le nubi si dispongono verticalmente in atmosfera e possono raggiungere anche i 10 chilometri di quota, riempiendosi di ghiaccio. La nube in sostanza si carica come un conduttore elettrico e questo dà origine ai fulmini”. E con i cambiamenti climatici “è tutto amplificato”. Durante le vacanze estive, poi, i rischi per le persone aumentano per la vicinanza agli specchi d’acqua, ma anche per la presenza di alberi per chi pratica turismo montano.
I bersagli privilegiati
I bersagli privilegiati sono quelli alti (alberi, pali, tralicci) o comunque sporgenti rispetto a un ambiente circostante più basso (anche una singola persona in un luogo ampio e piatto, come un prato o una spiaggia), e quelli di forma appuntita (ombrello, canna da pesca, ecc.). Se si è costretti a restare all’aperto e non si ha la possibilità di raggiungere rapidamente un riparo sicuro, la cosa da fare è allontanarsi dai punti che sporgono sensibilmente, come pali o alberi, e non cercarvi riparo, specie se sono isolati e più elevati rispetto alla vegetazione circostante.