I sindacati e la manovra

La manovra “è pessima”, ed “in commissione bilancio abbiamo assistito a uno spettacolo indegno”. Così il leader della Cgil Maurizio Landini intervistato al Tg3, a proposito della norma inserita nella legge di Bilancio sugli arretrati per i lavoratori che vincono una causa. “Oggi un lavoratore sottopagato se fa causa e la vince ha diritto anche agli arretrati. Con questa legge, anche se sottopagato, il lavoratore non ha più diritto ai 5 anni di arretrati. Questa è una norma incostituzionale. Noi la impugneremo, ne chiediamo immediatamente il ritiro”.

La Cisl esprime “un giudizio articolato  sulla legge di Bilancio 2026 e sul maxiemendamento presentato dal Governo: una manovra fortemente condizionata dai vincoli europei,  dalla procedura per deficit eccessivo e da una crescita economica  debole, che limita gli spazi di intervento, ma rende ancora più  necessario un metodo fondato sul confronto e sulla corresponsabilità”. E’ quanto scrive in una nota la confederazione di Via Po. “Reputiamo positiva, così come sollecitato dalla Cisl, l’introduzione  del sostegno alla redistribuzione degli utili d’impresa attraverso la  partecipazione e la contrattazione decentrata, al fine di un aumento  dei salari. Valutiamo positivamente il sostegno al ceto medio,  attraverso la riduzione di due punti della seconda aliquota Irpef dal  2026, con un meccanismo che esclude i redditi più alti e concentra il  beneficio sui lavoratori che sostengono il sistema di welfare del  Paese. Bene per il lavoro privato la conferma della defiscalizzazione  del lavoro a turni, notturno e festivo, prevista dai contratti  collettivi, anche se la misura resta non strutturale come pure gli  interventi a favore della contrattazione collettiva, tra cui la  tassazione agevolata al 5% degli incrementi retributivi dei Ccnl e  l’aliquota all’1% su premi di produttività e redistribuzione degli  utili ai lavoratori, misure migliorate anche grazie alle richieste  della Cisl. Si rileva però negativamente la mancata esclusione dei  ‘contratti pirata’ da quelli agevolati. Vanno ancora nella giusta  direzione le misure per promuovere la previdenza complementare, con  l’adesione automatica per i neoassunti salvo recesso successivo, che  può favorire giovani, donne e lavoratori delle piccole imprese e le  risorse per gli investimenti e per la Zes unica, pur con limiti che  andranno corretti sul piano dell’assenza di condizionalità sociali e formative”

I sindacati dei medici e dei dirigenti sanitari bocciano la manovra definendola “un disastro per il Sistema sanitario nazionale e per i professionisti”.   “E’ chiaro a tutti ora come non solo il Ministero della salute sia ‘ostaggio’ del Mef, ma cosa ancor piu’ grave, che lo sia l’intero Governo. E le conseguenze di questo braccio di ferro sono estremamente offensive per tutti coloro che quotidianamente lavorano per garantire la salute dei cittadini”, affermano Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Fimmg, Fimp e Sumai in rappresentanza dei medici dipendenti e convenzionati e dei dirigenti sanitari. “Abbiamo assistito in questi giorni a un teatrino disonorevole, una lotta intestina che ha ribaltato una situazione fino ad allora finalmente favorevole per la categoria”, commentano Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Federazione Cimo-Fesmed, Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, Antonio D’Avino presidente nazionale Fimp e Antonio Magi segretario nazionale Sumai. “Il blitz notturno alla vigilia di Natale ha affondato l’emendamento che avrebbe reso disponibili le risorse extracontrattuali gia’ stanziate per la dirigenza medica da ben due leggi di bilancio e soprattutto avrebbe colmato il ripetuto vulnus alla dignita’ dirigenti sanitari penalizzati da un gap economico ingiustificabile. Una dirigenza sanitaria esclusa, cosi’ come i medici convenzionati, dall’adeguamento delle prestazioni aggiuntive con cui a parole, ma non nei fatti si vorrebbe risolvere il problema delle liste d’attesa” osservano.

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