L’Anec replica all’articolo di Beppe Severgnini del 30 luglio. La sorte toccata allo storico Odeon di Milano sar risparmiata ad altri? L’associazione di categoria ritiene di s
Egregio dott. Severgnini,
siamo sinceramente stupiti, colpiti e delusi dal suo articolo del 30 luglio (I cinema muoiono. Ma il cinema vive) che prendendo spunto dalla chiusura della multisala Odeon di Milano recita un de profundis delle sale cinematografiche, quanto mai inesatto e inopportuno.
L’Odeon chiude per logiche immobiliari di una citt, Milano, che come Lei, milanese d’adozione sa benissimo, ha consacrato il suo centro quasi interamente allo shopping, a scapito delle attivit culturali. Ma mentre Odeon chiude, tra qualche mese apriranno 10 schermi a Cascina Merlata. Molte altre sale stanno investendo nel rinnovo delle proprie strutture. Le sale a Milano si spostano, cambiano, come cambia la geografia della citt, ma non muoiono.
Lei scrive della chiusura delle sale mentre in Italia e nel mondo si sta vivendo un’estate cinematografica tra le pi forti di sempre con successi planetari come “Barbie”, che sta sbriciolando ogni record di incasso diventando fenomeno di costume, “Oppenheimer” di Cristopher Nolan, che in Italia uscir ad agosto, e che ovunque nel mondo, dove gi nelle sale, un “must see” che mette d’accordo critica e pubblico. E molti altri grandi film inseriti in un progetto, Cinema Revolution, fortemente voluto dall’industria e spinto con energia anche dal nostro Ministero della Cultura che nel futuro del Cinema in sala crede e investe, ma di cui Lei sembra ignorare l’esistenza nonostante l’eccezionale visibilit mediatica.
Scrive di una sala inesorabilmente destinata a morire dopo che proprio la sua forzata chiusura durante la pandemia ne ha sancito inequivocabilmente l’insostituibilit economica nella filiera di sfruttamento dei film. A detta di tutti gli addetti ai lavori, dai produttori ai broadcaster televisivi, non dei soli gestori delle sale. Nessuna ragione nostalgica o romantica, badi bene, quelle le lasciamo agli articoli di costume, ma puramente economica. Senza il volano della sala, i grandi investimenti delle produzioni cinematografiche non sono semplicemente sostenibili economicamente. Tradotto: le piattaforme, la visione domestica a cui Lei certo che i nostri figli si immoleranno inesorabilmente, non riescono a sopperire all’assenza della sala e di ci che essa muove. I Cinema oltre a generare ancora oggi miliardi di dollari nel mondo in incassi e occupando centinaia di migliaia di lavoratori, sono lo strumento indispensabile e insostituibile nella creazione dello star-system oltre che traino di un indotto di dimensioni enormi. Fino a qui, in poche righe, semplificando come necessario in un contesto come questo, il piano economico del suo inesatto pensiero.
Su quello puramente sociologico e oseremmo dire antropologico invece, le sale piene di centinaia di migliaia di giovani festanti che nonostante 35 gradi nelle nostre citt riempiono i cinema in questa estate 2023 (le sale d’estate non possono funzionare…altra grande verit) ci raccontano, fortunatamente, anche e ancora del bisogno che ha l’uomo di socializzare, di condividere pensieri ed emozioni, fuori dalla solitudine digitale dei suoi dispositivi. Perch il Cinema questo, oltre all’eccellenza tecnica di grandi schermi e sistemi audio ineguagliabili a casa. E ad essersi ricordati di questo pensi, dott. Severgnini, sono proprio i giovani che Lei indica come indisponibili a frequentare le sale in futuro.
La profilazione del pubblico post pandemico ci racconta infatti che sono proprio gli under trenta ad aver ripreso ad andare al Cinema quasi quanto prima, spinti dal loro motore di vitalit, dinamismo e curiosit, mentre sono gli over 50 ad essersi impigriti sul divano di casa e a mancare ancora alle sale, imbolsiti da un’offerta sovrabbondante, a volte disordinata, certamente solitaria. Quella domestica.
E magari disponibili a nascondere ed assolvere la propria pigrizia dietro un pensiero facile e inesatto: le sale chiuderanno. Forse questo meriterebbe una riflessione un po’ pi approfondita, che partendo da qualche spunto che speriamo poterLe aver fornito, siamo certo Lei possa essere in grado di fare.
Anec, Associazione nazionale esrcenti cinema
Risponde Beppe Severgnini:
Vi ringrazio della lunga lettera appassionata. Capisco la determinazione degli esercenti a difendere le sale cinematografiche, ma temo sia una battaglia perduta. Certo, restano una vetrina per le novit. Ma per quanto, e per quanti? Il cinema ci arriva su schermi domestici sempre pi grandi, con una qualit sempre maggiore; portando, oltretutto, l’abitudine alla serialit. Come ho scritto, il futuro delle sale appare simile a quello dei giornali di carta, destinati a diventare un’abitudine di minoranza. Solo che noi abbiamo un’alternativa (l’informazione digitale); la vostra alternativa (lo streaming) l’avversario. Ripeto: il confronto tra sale e piattaforme (Netflix, Prime, Apple, Disney, etc) mi sembra impari, come quello fra macchine per scrivere e computer, cd e musica digitale, telefoni fissi e smartphone. Spero di sbagliarmi. In questo caso lo ammetter, felice del mio errore.
1 agosto 2023 (modifica il 1 agosto 2023 | 19:10)
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