COMANDANTE. Nelle sale
In prima lettura Comandante un film pacifista: si parla di solidariet, della legge del mare e della legge del pi forte, del muro in fiamme della guerra, dell’odio, dei cannoni e dei fucili. In realt, ci troviamo di fronte a un coraggioso memoir in epoca di sbarchi, di accoglienza negata, di mercanti di morte, profughi e conseguenti polemiche politiche. Al centro, un episodio poco conosciuto della Seconda guerra mondiale. Siamo nel 1940, allorch il sommergibile Cappellini della Regia Marina italiana si imbatt in un mercantile belga, il Kabalo, che inaspettatamente apr il fuoco in quanto trasportava materiale bellico segreto destinato agli inglesi. Si scaten una battaglia: l’equipaggio belga ebbe la peggio.
Il dato eccezionale la decisione presa dal comandante italiano, il pluridecorato capitano di corvetta Salvatore Todaro (1908-1942), interpretato da Pierfrancesco Favino con la consueta bravura e un consistente accento veneto. Todaro scelse di salvare i 26 uomini del Kabalo, altrimenti condannati a morte, di prenderli con s sul Cappellini per poi sbarcarli alle Azzorre. Todaro non era un fascista dissidente. Credeva nei principi: era un uomo tutto d’un pezzo, dannunziano e un po’ dandy, fumatore pervicace, esperto di yoga, con la schiena a pezzi a causa degli strapazzi militari: per lenire il dolore usava la morfina. I suoi uomini lo rispettavano e ne avevano timore. Era un malinconico motivatore, capace di lasciare a terra il marinaio in sofferenza.
In partenza, lo vediamo sdraiato nella vasca da bagno accanto a una bella signora (Silvia D’Amico), in attesa di imbarco. Il porto della Spezia desolato, spazzato dal vento, nel freddo umido della notte diventa il bivio tra la vita e la morte. Il Cappellini salp con la missione di eliminare le imbarcazioni nemiche che avessero attraversato la sua rotta. Perch li hai salvati?, chiesero i nazisti minacciosi a Todaro quando la vicenda del Kabalo si seppe. Risposta: Perch siamo italiani. Non tanto gli italiani-brava-gente che s’arrangiano e furbeggiano. Piuttosto, un gruppo uomini capaci, competenti, con una dose di umanit fuori del comune che marciano cantando Un’ora sola ti vorrei, canzone del 1937 resa celebre pi tardi da Ornella Vanoni.
I sommergibilisti di Todaro sanno bene che potrebbero non tornare: hanno senso del dovere, sentono la responsabilit. Todaro vede morire l’ufficiale ex corallaro del Golfo di Napoli che si offre volontario per liberare il sottomarino incagliato, fa cucinare gnocchi al pomodoro quando le cose vanno bene e quando invece il cibo scarseggia chiede al cuoco di elencare un fantasmatico men con i dettagli pi appetitosi. Soffre in silenzio per non deprimere la compagnia, si confida con l’amico di tante battaglie Marcon, che gli sconsiglia di superare lo stretto di Gibilterra e di prendere l’Atlantico.
L’aria fresca del ponte fa contrasto con l’atmosfera rancida delle stanze a tenuta stagna durante la navigazione. I soldati obbediscono, temono la tempesta del destino. Cercano un appiglio negli affetti rimasti a riva: lettere, fotografie, piccoli ricordi. La felicit tornare sani e salvi. Todaro di fronte a continue scelte. Inneggia alla legge del mare contro le regole, scritte e non scritte, della guerra, vorrebbe dare un senso a un’esistenza patriottica, altrimenti vuota. La pancia del sommergibile diventa uno spazio teatrale chiuso, anche psicologicamente. I dialoghi tra i commilitoni, scritti da De Angelis con Sandro Veronesi, sono essenziali, sottolineano le azioni.
Il regista Edoardo De Angelis, finora interprete di storie intimiste, di periferie e malaffare, allude all’invasione dell’Ucraina e alle bombe russe, ricorda le guerre fredde striscianti, le stragi etniche e i conflitti nell’area mediorientale divenuti quotidianit. In mare siamo tutti alla stessa distanza da Dio, si dice nel film. De Angelis un regista empatico, naturalistico, bravo a costruire il pathos e a gestire il flusso emotivo delle storie che racconta, attento all’epica quotidiana. Il gesto di Todaro nasce in un contesto molto lontano da quello attuale: tanto lontano da far risultare impervio il collegamento passato-presente con il rischio di disperdere il valore educativo di quell’eccezionale gesto di solidariet. L’avventura, di buon taglio spettacolare, anche un affresco etico. Il messaggio che la guerra sempre un atto insensato contro la civilt e l’umanit. La Storia insegna che dimenticarsene costa caro.
COMANDANTE di Edoardo De Angelis
(Italia, 2023, durata 120’, 01 Distribution)
con Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, Silvia D’Amico, Giorgio Cantarini, Johan Heldenbergh, Giuseppe Brunetti, Lucas Tavernier
Giudizio: *** su 5
Nelle sale
4 novembre 2023 | 08:06
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