Tra le esperienze più straordinarie e meno ricordate di questi ultimi anni c’è l’esplorazione degli abissi. Un mondo dove è buio, fa freddo e c’è una pressione spaventosa. Non essendoci la luce, non ci sono piante e neanche erbivori.  Nell’abisso sono tutti carnivori. Se vedi qualcosa vicino a te che sembra un albero, mangialo, altrimenti ti mangerà lui.

Ogni tanto vengono tirati su da questo mondo inesplorato creature dalle forme diverse da tutto ciò che conosciamo. Così diverse da rientrare nella categoria dei mostri.

Quando ho visto la foto di questo Bathynomus, per la verità mi è venuto in mente un acaro ingrandito, quelle creature non proprio simpatiche che vivono nei materassi, nelle coperte, nei cuscini. Invece è un crostaceo di una specie nuova, considerata prelibata nelle tavole asiatiche. Bene, dicono che sia brutto, ma che l’aragosta è bella? L’avete mai guardata negli occhi?

Se vi sembra un mostro, perché non ha il nostro piano corporeo, una testa, due occhi, quattro arti, ma uno diverso, è perché si è evoluto obbedendo ad altre regole in un altro ambiente.

Ma, e questo è il punto, non è un mostro, è solo un “vincente”, uno che ce l’ha fatta, un sopravvissuto,  visto che il 99% dei viventi apparsi sul pianeta sono scomparsi nelle varie estinzioni.

In natura non ci sono mostri e neanche belli o brutti, ma solo vincenti e perdenti. Sopravvissuti e estinti.

Noi siamo una specie giovane rispetto al Bathynomus, che mastica negli abissi da milioni di anni, vediamo un po’ se duriamo a lungo come lui. Voi che dite?

Alberto Luca Recchi (Alberto Luca Recchi)

* Alberto Luca Recchi è un esploratore del Mare. L’unico italiano ad avere fatto un libro fotografico per il National Geographic. Sue sono le prime spedizioni alla ricerca di squali e balene nel Mediterraneo. Ha scritto molti libri, di cui 5 con Piero Angela. Autore del podcast “Un mare di Storie di Alberto Luca Recchi”

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