“Noi non imponiamo niente a nessuno” ma “sicuramente la tradizione di buon governo della Lega in Veneto è sotto gli occhi di tutti e quindi, tendenzialmente: squadra che vince non si cambia”. Matteo Salvini torna, dal palco della scuola politica della Lega, a rivendicare con garbata fermezza il diritto di giocare un ruolo da regista nella complicata partita del dopo Zaia. Un leghista per un leghista, l’equazione salviniana, sarebbe dunque la scelta naturale e vincente, scandiscono dalle parti del Carroccio, visto lo storico radicamento del partito nella regione e la cospicua dote accumulata grazie alla guida ultradecennale di Zaia. Una semplificazione politica priva di basi scientifiche, replicano da Fratelli d’Italia, che con Luca De Carlo, papabile governatore meloniano, avverte che dall’alto del 37% ottenuto alle ultime Europee non ci sono “rendite di posizione di 5 o 10 anni fa” che tengano. 

Tutti tengono il punto, ma nessuno si intesta lo strappo. Salvini predica pazienza confidando nell’unità della coalizione: “Troveremo sicuramente l’accordo”, assicura pur rinnovando l’invito – rivolto a elettori e alleati – di guardare in casa Lega dove di “amministratori leghisti in grado di proseguire lo straordinario cammino di Zaia, ce ne sono tanti”. Unità, concorda anche De Carlo (“nessun veneto capirebbe un centrodestra non unito”) chiedendo, però, agli leghisti di essere “leali come lo siamo stati noi”. Insomma, un invito a giocare tutti con le stesse carte: “La coalizione è straordinariamente più importante rispetto alle ambizioni personali di ciascuno di noi”, ricorda le regole di base.

In Campania il caso De Luca preoccupa il Pd

Vincenzo de Luca non potrà ricandidarsi ma intende giocare da protagonista alle prossime elezioni regionali della Campania. Presentando ben tre liste riconducibili a lui e mettendo precisi paletti sulla strada del suo successore. E’ questo, in soldoni, il messaggio ribadito dal governatore alla sua maggioranza: “no ai giochi della politica politicante romana”, occorre “una proposta condivisa”. Un posizionamento che, di ora in ora, suona ai più come uno stop alla possibile candidatura del pentastellato Roberto Fico per la coalizione di centrosinistra. E soprattutto, come una bella grana per il Pd che ha convocato per lunedì una riunione con il partito del territorio, ma senza de luca. Una rottura? No, almeno per ora. Il nazareno sarebbe pronto al dialogo con il governatore, come con tutta la classe dirigente della regione, senza pero’ permettere a nessuno veti o imposizioni. 

Tg1 – intervista Vincenzo De Luca (Tg1)

Lui “è stato un gran presidente”, lo accarezza Stefano Bonaccini, affidando ad un’intervista l’auspicio che “Vincenzo non si metta di traverso rischiando di regalare la vittoria alla destra”. Molto meno accomodante l’europarlamentare dem Sandro Ruotolo che sprona il “partito democratico” e il “campo progressista” ad “aprire una nuova stagione, fondata sulla discontinuità e sulla partecipazione. In Campania è arrivato il momento di cambiare registro e di mettere la parola fine alla stagione del deluchismo che è durata anche troppo”. Ma è proprio sul filo della continuita’-discontinuità che si giocherà questa partita. Il governatore ha infatti indicato una rotta precisa: il suo successore dovrà essere “una figura in grado di reggere e proseguire il programma avviato e che abbia il consenso di tutti”; la coalizione che lo sosterrà va consolidata e aperta a tutti, anche al m5s, che in questi anni è stato all’opposizione. De Luca, in prima battuta, proporrebbe alla guida della Campania il suo vicepresidente Fulvio Bonavitacola, ben sapendo che, in un’ottica di equilibri nazionali, il Pd potrebbe cedere la Campania ai cinque stelle. In questo caso potrebbe far valere tutto il suo peso affinché’ la scelta finale cada su Sergio Costa e non su Roberto Fico. Da iv maria elena boschi ribadisce che i renziani non metteranno veti (“semmai li abbiamo subiti)” ma “c’e’ un percorso da fare che parte dalle proposte”: “il simbolo di iv alle ultime ha preso il 7,5% e siamo convinti che questa volta andremo anche oltre”. Tradotto: “non saremo trascurabili per chi vuole vincere”. 

Roberto Fico

Roberto Fico (Ansa)

Alza la voce anche Avs ma per protestare con pd e 5 stelle: “è insostenibile che l’Alleanza Verdi Sinistra venga sistematicamente esclusa dal processo decisionale. Non possiamo accettare che il confronto si riduca a un dialogo ristretto tra due soggetti. Questo metodo non è democratico”. 

Nel centro destra il confronto non è ancora entrato nel vivo

Insidiosa anche la partita nel centrodestra per la scelta del candidato campano. Il dossier dovrà necessariamente tener conto degli assetti nelle altre regioni al voto. E, dopo le indiscrezioni su una possibile candidatura di Matteo Piantedosi, anche degli equilibri nel governo, azzarda qualcuno. Certo è che Forza Italia non intende farsi da parte: “non è una sfida tra Cirielli (fdi) e Zinzi (lega). Fi presenterà la sua proposta quando si entrerà nel vivo della discussione”, chiarisce il coordinatore regionale di forza Italia, Fulvio Martusciello. Ma, intanto, la lega ha gia’ costituito 55 comitati ‘Zinzi presidente della Campania e la prossima settimana conta di arrivare a 150. 

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