Più di tremila denunce alla polizia postale in due giorni dopo la scoperta del gruppo Facebook “Mia Moglie” dove oltre trentamila uomini postavano foto intime delle compagne. 

Trentaduemila iscritti che si scambiavano foto di fidanzate, mogli, figlie, suocere. Immagini private, scattate di nascosto, rubate o inviate al partner nell’intimità, certo non pensando che sarebbero diventate di dominio pubblico. 
Il gruppo Facebook “Mia Moglie”, chiuso mercoledì da Meta dopo le segnalazioni alla polizia postale – tremila in due giorni, è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno diffusissimo in rete. Un punto di riferimento è Telegram, dove il fenomeno diventa ancora più difficile da monitorare.

La notizia ha fatto il giro del mondo, finendo sulle prime pagine dei media internazionali. dalla Bbc al  Financial Times.

Mi sento spezzata in due – scrive un’utente sulla community Alpha Mom – Ho  letto quello che sta succedendo in questi giorni sul gruppo “mia moglie” e questa notizia mi ha dato coraggio…coraggio perché non mi sono sentita piu’”sola”, risponde un’altra donna.

Nel caso in cui una propria foto finisca online senza consenso, il primo passo da fare è denunciare sia l’autore della foto sia chi la condivide  rivolgendosi alla Polizia postale e al Garante della privacy. I reati vanno dalla diffamazione al revenge porn, con carcere finoa sei anni nel caso in cui si tratti di contenuti sessualmente espliciti, cosi come previsto dal Codice Rosso.

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