“Non ho fatto neanche il militare, figuriamoci se incito alla violenza. Non intendevo giustificare la violenza. Semplicemente credo che se uno predica la pace è più assurdo che venga ucciso, mentre chi dissemina odio e incita al riarmo si esponga maggiormente a ritorsioni”. Lo spiega oggi al quotidiano La Stampa il matematico Piergiorgio Odifreddi, che non accetta di passare per qualcuno che incita all’odio e alla violenza, dopo il suo intervento in tv, in merito all’omicidio dell’attivista trumpiano Charlie Kirk, che è stato duramente criticato ieri dalla premier Meloni.

La premier ha sostenuto che sia “disumano” il pensiero di Odifreddi: “L’intellettuale della sinistra ha detto che sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante Maga non è la stessa cosa”.

La replica: “Questo non significa che io ne sia contento, come ha detto Meloni, o che lo trovi giusto. Le persone però non sono tutte uguali e non c’è nulla di male nel dirlo – evidenzia -. Non è mai legittimo sparare a nessuno. Neppure a chi sostiene tesi estremiste“. E neppure secondo il matematico ci sono persone a cui è meno grave sparare.

“Neppure, penso solo che se si predica la non violenza ci si possono aspettare reazioni miti. Se invece si scaldano gli animi ci si possono attendere risultati peggiori – prosegue -. Ma non c’è nessuna giustificazione nel mio ragionamento”.

E precisa ulteriormente il suo distinguo tra l’omicidio di un pacifista e l’omicidio di un personaggio divisivo e sostenitore della diffusione legittima delle armi tra la popolazione: “Ho detto nel caso di Martin Luther King per esempio, non ci si aspetterebbe che venisse ammazzato perché uno che predica la non violenza, Nobel della Pace, si pensa che agisca a un livello diverso. Kirk, che aveva le sue posizioni, liberissimo di averle, ma era molto divisivo e in merito a una delle stragi fatte in una scuola americana, aveva detto che ci sono vittime collaterali quando si vuole che la gente si armi. Anche chi ha sparato non mi pare sia nel pieno delle sue facoltà mentali”.

Nemmeno bisogna pensare a pene inferiori per chi spara a un esponente di destra, scrive il giornale. “No, ma nemmeno di superiori come sembra proporre Salvini parlando di pena di morte, non prevista nel nostro ordinamento – evidenzia il professore – , solo per seguire Trump che l’ha subito invocata nel caso Kirk. Meloni in questo senso è più moderata, o se vogliamo più ignava perché aspetta sempre le posizioni degli altri”.

“La premier si è rivelata efficace in molte situazioni, ma in politica estera è troppo dipendente da Trump e nell’Ue cerca di barcamenarsi”, conclude.

Condividere.
Exit mobile version