Quest’anno “non mi sento solo, perché nel corso di un anno nuovi alleati hanno abbracciato le idee di libertà in ogni angolo del mondo, dall'”incredibile Musk” alla “mia cara Giorgia Meloni” fino al presidente israeliano Netanyahu e al presidente Usa Donald Trump.
Lo ha detto – facendo il paragone con il suo intervento di un anno fa – il presidente argentino Javier Milei nel suo ‘special address’ al Forum economico mondiale di Davos. 

Il presidente argentino Javier Milei difende “il mio caro amico Elon Musk, ingiustamente vilipeso” per aver salutato nella classica posa con il braccio teso alla cerimonia di insediamento di Trump, scatenando un mare di polemiche. A suo dire, si è trattato solo di “un gesto innocente che riflette semplicemente il suo entusiasmo e la sua gratitudine verso le persone”. 

“Dobbiamo aumentare, e non ridurre il sostegno all’Ucraina” definendo la questione “geopolitica” e se si arretrasse sarebbe “un errore geopolitico”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte prendendo parte alla “colazione ucraina” a Davos intitolata “Il tuo Paese prima di tutto: vinci con noi”. Un dibattito con il Segretario generale della Nato, il presidente della Polonia, Andrzej Duda, il presidente della Lettonia, Edgars Rinkevics, il primo ministro della Croazia, Andrej Plenkovic, il primo ministro del Belgio, Alexander de Croo, e il primo vice primo ministro dell’Ucraina, Yuliya Svyrydenko.

Il Segretario generale della Nato ha inoltre ribadito che “Il presidente russo “Vladimir Vladimirovich Putin non ha alcun diritto di veto e non ha diritto di voto su chiunque si unisca alla Nato in futuro, a meno che non voglia unirsi alla Nato. Ma non credo che lo voglia e non ha nulla da dire al riguardo, dobbiamo essere molto chiari”. Lo ha dettoMark Rutte in un dibattito con il presidente della Polonia, Andrzej Duda, il presidente della Lettonia, Edgars Rinkevics, il primo ministro della Croazia, Andrej Plenkovic, il primo ministro del Belgio, Alexander de Croo, e il primo vice primo ministro dell’Ucraina, Yuliya Svyrydenko.

Sempre da Davos il monito invece di Joachim Nagel, presidente della Bundesbank intervenendo a un evento ieri sera a margine dei lavori del World Economic Forum. Se gli Stati Uniti alzeranno i danni sulle importazioni dall’Europa, il risultato sarà un danno per entrambi i fronti, ha detto, aggiungendo che “i dazi porteranno perdite su entrambi i fronti. Dobbiamo rafforzarci in casa nostra per essere in una posizione migliore nel dibattito sui dazi. Ma dobbiamo prepararci”.

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca avviene in un momento difficile per la Germania che ha registrato una contrazione per il secondo anno consecutivo nel 2024 e che probabilmente crescerà poco nel 2025. La persistente debolezza economica in Germania è il tema principale per molti elettori che, in vista delle elezioni anticipate del prossimo mese, temono di perdere il lavoro e il proprio benessere economico. “Anche noi – ha aggiunto Nagel – vogliamo vedere la storia di un ritorno della Germania. Mi aspetto dal nuovo governo buone notizie, azioni concrete, non solo analisi che conosciamo già. Ora abbiamo bisogno di agire. Questo è necessario”. Un elemento cruciale riguarderà il capitolo degli investimenti pubblici per finanziare investimenti in infrastrutture, energia e difesa. “Il freno al debito ha funzionato abbastanza bene negli ultimi 15 anni, ma ora viviamo in un mondo caratterizzato da cambiamenti tettonici e dobbiamo affrontarli. Quello che abbiamo fatto in passato non è stato sufficiente. Abbiamo bisogno di buone notizie dalla Germania”.

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