IL CRIMINE DEL RICICLAGGIO E’ SEMPRE PIU’ IN CRESCITA. Intervista a Vincenzo Musacchio
di Pierluigi Mele
Professor Musacchio ci spiega in parole semplici cos’è il riciclaggio?
Il riciclaggio di denaro sporco consiste in un processo illegale di simulazione dell’origine di denaro ottenuto commettendo reati mediante un’articolata serie di trasferimenti bancari o transazioni commerciali o finanziarie, in modo tale da far apparire questo denaro proveniente da una condotta legale. Questo delitto rappresenta una seria minaccia per la maggior parte degli Stati. Le nostre economie basate sul denaro contante, le legislazioni in materia molto carenti, i controlli di frontiera ormai quasi inesistenti, un sistema internazionale inadeguato consentono in questo momento a questo crimine di proliferare sempre di più.
Perché è così importante combattere il riciclaggio di denaro sporco?
È semplicissimo. Questo crimine alimenta la corruzione e fortifica la criminalità organizzata. Le quattro attività più redditizie della criminalità organizzata transnazionale nel mondo sono: il traffico di sostanze stupefacenti; la tratta di esseri e organi umani; il traffico di armi e di rifiuti pericolosi e non. Queste attività, assieme alle altre, ovviamente, generano immense quantità di denaro che necessitano assolutamente di essere ripulite per sostenere e far crescere le organizzazioni criminali. È importante combattere il riciclaggio perché quest’azione è il grimaldello per scoprire le origini illegali del denaro e per collegare i criminali alle loro attività illegali e smantellare di conseguenza le reti criminali organizzate transnazionali privandole di elementi vitali, come appunto denaro e beni.
Quali sono i nuovi strumenti di riciclaggio, come funzionano, chi li utilizza e come avviene l’attività di contrasto?
La gran parte delle attività illegali di riciclaggio avviene ancora tramite i sistemi bancari utilizzando una gamma di prodotti. Il ruolo dei conti correnti bancari intestati a prestanome è ancora in uso. Il ruolo dei prestanomi o dei broker è fondamentale poiché questi partecipano attivamente alla realizzazione del delitto di riciclaggio, anche se non sono coinvolti nei reati che hanno originato il denaro sporco. Particolarmente in uso sono i conti bancari offshore nei cosiddetti paradisi fiscali utilizzati dai criminali per riciclare il denaro illegalmente accumulato. Dalle nostre ricerche emerge anche un persistente uso del denaro sporco per fare investimenti transfrontalieri con valuta in contanti come metodo per riciclare proventi illeciti. Da non sottovalutare per nulla la rete di casinò in rapida espansione in molte zone del pianeta, molti dei quali non sono ancora adeguatamente regolamentate. Questi territori sono spesso utilizzati dalle organizzazioni criminali per riciclare grandi volumi denaro sporco. Un altro settore da monitorare con particolare attenzione è il web e lo sviluppo di nuove tecnologie. C’è un numero crescente di casi di riciclaggio di denaro facilitato dall’uso improprio di Internet e delle monete virtuali. Tutti questi metodi, le reti bancarie complici, i professionisti del settore economico finanziario, i politici corrotti, la possibilità di poter investire il denaro sporco fanno di questo delitto un mezzo per aumentare notevolmente la potenza delle organizzazioni criminali.
Esistono Stati che favoriscono le attività di riciclaggio?
Gli Emirati Arabi, con Dubai in primis, rappresentano una delle principali aree di investimenti economici e finanziari di livello intercontinentale per cui riciclare in quest’area è semplice data l’assenza di una legislazione efficace e la grande mole di denaro investita. Esiste anche una lista specifica stilata dagli organismi giudiziari dell’Unione europea. Sono ventitré i Paesi ad elevato rischio: Afghanistan, Barbados, Burkina Faso, Cambogia, Isole Cayman, Haiti, Giamaica, Giordania, Mali, Marocco, Myanmar, Nicaragua, Pakistan, Panama, Filippine, Senegal, Sud Sudan, Siria, Trinidad e Tobago, Uganda, Vanuatu, Yemen, Zimbabwe. La black list dell’Unione europea non è l’unica fonte dalla quale attingere poiché esistono altri Stati extraeuropei ad alto rischio tra cui l’Albania, Malta, Filippine, Turchia, Somalia, Hong Kong, Venezuela, Nicaragua, Serbia, Montenegro, ma soprattutto, come recente cronaca ci evidenzia, Bielorussia, Russia e Ucraina.
Qual è la situazione in Italia?
Il 1° gennaio 2024 sono entrati in vigore i nuovi indicatori di anomalia per il riciclaggio. Il flusso segnaletico sarà connesso con le politiche di sostegno dell’economia e in particolare con il PNRR. Sarà monitorato maggiormente il settore degli strumenti FinTech finalizzati a ostacolare la tracciabilità dei flussi finanziari e potenziati i controlli sulle frodi informatiche nell’economia e nella finanza. Nel primo semestre del 2024 la UIF ha ricevuto 70.085 segnalazioni di operazioni sospette, 7.522 in meno rispetto a quelle pervenute nel corrispondente periodo del 2023 (-9,7 per cento), proseguendo il trend di contrazione avviato nel 2023. Questo tuttavia non vuol dire che il riciclaggio di denaro sporco sia diminuito poiché in tali dati non vi rientrano i flussi sotto i cinquemila euro che invece prima erano compresi.
Quali sono le nuove sfide che ci attendono nella lotta al riciclaggio di denaro?
La prima grande sfida è sicuramente la lotta a questo crimine in ambito transnazionale attraverso una serie di complesse transazioni o operazioni finanziarie. È una lotta difficile e richiederà tempo e impegno da parte degli Stati appartenenti alla Comunità internazionale. Molte nazioni non hanno efficaci legislazioni antiriciclaggio. La maggior parte delle giurisdizioni ha una legislazione e delle politiche ancora insufficienti contro il riciclaggio di denaro. Tutto ciò rende vulnerabili questi territori all’uso improprio da parte di organizzazioni criminali.
Lei, da esperto, cosa consiglierebbe per combattere il riciclaggio di denaro?
La lotta al riciclaggio di denaro richiede che i diversi attori coinvolti agiscano in coordinamento e cooperino tra loro in ambito internazionale. Parlo ovviamente di soggetti del settore pubblico e privato. Questo è il primo step indispensabile affinché tutto il resto funzione efficacemente.
Il prossimo 10 ottobre sarà a Basilea per un convegno proprio sul riciclaggio e sul ruolo delle banche in Svizzera, qual è la situazione ad oggi nella Confederazione elvetica?
C’è stata un’impennata di segnalazioni di riciclaggio nel 2023, secondo quanto ha riferito l’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS). Sono arrivate alle autorità di controllo 11.876 comunicazioni (+4.200, 47 al giorno) di possibili infrazioni alle norme federali da parte degli operatori finanziari, cifra che attesta una progressione in 12 mesi del 56%. La stragrande maggioranza di queste (90%) è stata inoltrata da istituti bancari. Il risultato conferma ed amplifica la tendenza dell’ultimo decennio in cui si è osservato un incremento medio annuo dei casi pari al 20-30%. La situazione generale non è certo confortante. Da esperto antimafia parlerò dell’importanza di rafforzare la cooperazione internazionale soprattutto nel settore della criminalità finanziaria. Illustrerò i progressi tecnologici sulle transazioni bancarie con moneta elettronica. Le criptovalute oggi sono utilizzate come strumento di riciclaggio sia dalle mafie sia dalle organizzazioni terroristiche. Sarà necessario, pertanto, concentrare i controlli anche su questi settori.
Qual è la relazione diretta tra mafie e riciclaggio?
È evidente. I mafiosi dispongono di enormi quantità di denaro per cui hanno la necessità di ripulire questa ricchezza per poterla investire, per gestire le loro azioni criminali, per reclutare e sostenere finanziariamente i loro associati, nonché per sostenere la loro logistica. I soldi ripuliti servono ai mafiosi per raggiungere i loro obiettivi. Pertanto, privare queste organizzazioni criminali dei fondi necessari alla loro sopravvivenza è un modo efficace per combatterle e provare a sconfiggerle.
Esiste anche una relazione diretta tra terrorismo e riciclaggio?
Il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo sono due fenomeni che spesso interagiscono tra loro. Quello che ho detto poco prima per i mafiosi, ovviamente, vale anche per i terroristi.
Perché così facile ripulire il denaro sporco?
In primis perché oggi è possibile un libero movimento transfrontaliero di fondi utilizzando sia il sistema bancario formale, sia lo spostamento fisico di denaro contante. È in costante aumento l’utilizzo di nuove tecnologie come i social media e le piattaforme di crowdfunding, le applicazioni di denaro mobile, i sistemi di trasferimento di denaro online e le criptovalute. Tutto ciò rende molto più agevole raccogliere e trasferire fondi in ogni parte del mondo, di conseguenza più facile riciclare denaro sporco.
Vincenzo Musacchio, criminologo, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni Ottanta. È tra i più accreditati studiosi delle nuove mafie transnazionali. Esperto di strategie di lotta al crimine organizzato. Autore di numerosi saggi e di una monografia pubblicata in cinquantaquattro Stati scritta con Franco Roberti dal titolo “La lotta alle nuove mafie combattuta a livello transnazionale”. È considerato il maggior esperto europeo di mafia albanese e i suoi lavori di approfondimento in materia sono stati utilizzati anche da commissioni legislative in ambito europeo