Dopo la crisi isolata di broncospasmo che ha colpito Papa Francesco nel pomeriggio di ieri, “lo attendono una osservazione e un decorso della malattia più lunghi”. Il Pontefice infatti “necessita di una maggiore intensità di somministrazione di ossigeno, una ventilazione meccanica non invasiva, senza intubazione. Per respirare, ha una mascherina che gli copre naso e bocca che se, da una parte, comporta qualche disagio, dall’altra ha il vantaggio che l’ossigeno arriva con maggiore pressione fino ai più piccoli alveoli polmonari”, spiega Nicola Petrosillo, infettivologo del Policlinico Campus Bio-medico di Roma.

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