Domenica 9 marzo 2025, il “Carnevale Liberato” di Poggio Mirteto, in provincia di Rieti, ha chiuso i festeggiamenti con un gesto che ha fatto scalpore: un fantoccio di Giorgia Meloni, raffigurata come “Barbie Fascio di Luce” con il braccio teso, è stato dato alle fiamme tra cori di “Siamo tutti antifascisti”. Questa tradizione, nata nel 1861 per celebrare la liberazione dallo Stato Pontificio, non è nuova a roghi simbolici: negli anni passati, fantocci di Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, e persino il Papa, sono finiti tra le fiamme, sempre come atto di satira dissacrante.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Fratelli d’Italia ha condannato l’episodio come “un gesto di vile intolleranza”, parlando di “clima d’odio” e chiedendo una presa di posizione netta alla sinistra, accusata di timidezza. Antonio Tajani, vicepremier, ha espresso “piena solidarietà” a Meloni, definendo il rogo “inaccettabile”. Anche Stefano Bonaccini del PD ha preso le distanze, sottolineando che “gli avversari si battono alle urne”. Il sindaco Andrea Arcieri ha difeso la tradizione come “goliardia”, ma il dibattito resta acceso.