Il murale di Laika dedicato a Paola Egonu, deturpato e poi ripristinato, al di là delle reazioni antirazziste che ha provocato, ha innescato nuovamente nell’opinione pubblica e anche nella politica la riflessione su un tema importante: quello della cittadinanza.
L’occasione non è solo quell’atto vandalico e razzista. Ma anche la foto di gruppo dei nostri olimpionici, che mostra un’Italia multietnica e una “italianità” diversa da quella che viene definita un po’ lombrosianamente dall’ex generale leghista Vannacci. Paola Egonu è italiana, come molti degli atleti figli o nipoti di immigrati che sono andati a Parigi. Il colore della loro pelle non ne distingue l’italianità.
L’atto vandalico che deturpa l’opera ‘antirazzista’ della street artist Laika, riaccende così quel dibattito da tempo fuori dai radar della politica. I punti di vista nell’emiciclo restano distanti, ma chissà che proprio le Olimpiadi non servano da sprone per i partiti dopo il monito lanciato dallo stesso presidente Sergio Mattarella. Che qualche settimana fa, da Rio de Janeiro, aveva sottolineato “il mix di etnie” dell’Impero Romano e lodato la “lezione di civiltà” del Brasile, “capace di rendere cittadini persone venute da tante parti del mondo”.
Elly Schlein, Partito democratico (Rai)
Sport e arte si intrecciano, ma è la politica a cogliere la palla al balzo. A partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein, che lancia un appello netto. “Per noi – scrive – chi nasce o cresce in Italia è italiana o italiano e continueremo a batterci per cambiare la legge”.
Il riferimento implicito è allo ius soli, modello di cittadinanza sostenuto dal Pd che divide gli schieramenti. La legge in vigore è datata 1992. Prevede che “lo straniero che sia nato in Italia” possa diventare cittadino italiano “a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età”. La richiesta di cittadinanza, quindi, può arrivare entro dodici mesi dal compimento del diciottesimo anno. Impianto che per le opposizioni è “fuori dal tempo”. Il Pd spinge per il modello dello ius soli, secondo cui la cittadinanza può essere acquisita per il fatto di essere nati sul territorio italiano. Posizione sostenuta senza tentennamenti da Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e +Europa.
Riccardo Magi, +Europa (Rainews)
Riccardo Magi (+Europa) torna a ribadire: “Di queste Olimpiadi tengo stretta la fotografia di un’Italia fatta anche di stranieri di seconda generazione, sarebbe importante prenderne atto”.
Il suo partito è al lavoro su un quesito referendario che punta a modificare la legge esistente in direzione dello ius soli. E per Magi potrebbe già essere pronto entro fine agosto. Una iniziativa che parte da un concetto, quello secondo cui gli italiani, su temi come questo, sono molto più “avanti” rispetto alla politica che li rappresenta. In Parlamento ci sono diverse proposte delle opposizioni che puntano a rivedere la legge sulla cittadinanza. Ma il loro cammino non si preannuncia facile.
Ai rinnovati appelli, il centrodestra chiude già le porte. “Queste Olimpiadi hanno dimostrato che lo ius soli non serve”, taglia corto Luca Toccalini della Lega. Chiusura anche da parte di forza Italia. “Noi siamo contrari perché è una misura che incentiva lo sbarco clandestino”, dichiara il senatore di forza Italia Pierantonio Zanettin. Dalle parti di Fdi si sottolinea una posizione da sempre contraria allo ius soli. Sebbene – è il ragionamento – si potrebbe ragionare sullo ius scholae, con percorsi scolastici di dieci anni per ottenere la cittadinanza. Anche se resta un tema fuori dall’agenda politica del partito.
Luca Toccalini, Lega (@web)
Lo ius scholae, immaginato dalle parti di Fdi, è un modello ben più stringente rispetto a quello che piace sia al M5s che a Italia Viva. Per i pentastellati, un ciclo scolastico anche di cinque anni basterebbe per acquisire la cittadinanza. Dopo la recente apertura allo ius soli da parte del capogruppo al senato Stefano Patuanelli, è la responsabile diritti m5s Alessandra Maiorino a fissare il punto: “Lo ius scholae è un modo, se ce ne sono altri, non credo che sia un punto su cui non si possano trovare convergenze con Avs e Pd”. Iv, invece, è da sempre favorevole allo ius scholae, dai tempi del governo Renzi.
Stefano Patuanelli, Movimento cinque stelle (Rainews24)