“È inaccettabile che si blocchino i mandati ad amministratori eletti dal popolo perché – si dice – si creano centri di potere, è inaccettabile che la lezione venga da bocche sfamate da 30 anni dal Parlamento. Per la proprietà transitiva dai degli idioti a cittadini elettori, che mandano a casa miei colleghi dopo un primo mandato”. Luca Zaia prima si è limitato ad osservare il dibattito sulla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge della Regione Campania sul terzo mandato e ora esce allo scoperto. 

In un punto stampa a Palazzo Balbi, a Venezia, il ‘Doge’ si toglie più di un sassolino dalla scarpa. E scuote gli alleati: “È umano che ogni partito accampi delle richieste. Che Fratelli d’Italia o Forza Italia dica di esser parte della partita non lo trovo un atto di lesa maestà”, però “se qualcuno dice che questa regione non è stata governata bene, vuol dire che le strade si separano”. Veneto, Lega e centrodestra: ecco nell’ordine le sue priorità. Il governatore dice a chiare lettere: “La mia priorità è il Veneto e i veneti. Fu io quello che coniai ‘prima il Veneto’, ‘Veneto first’. Faccio parte di un movimento che è la Lega, a cui devo tutto, dopodiché viene il centrodestra. Io sono a disposizione della Lega, in qualsiasi progetto sarò dalla parte del mio partito”. 

Zaia non vuole arrivare allo strappo con gli alleati, ma non ha paura di quello che potrà accadere. Ha davanti a sé ancora dieci mesi, che definisce “un’era glaciale in politica” e, quindi, spera che si trovi una soluzione. “Adda passà ‘a nuttata”, aggiunge citando Eduardo De Filippo, “o, come si direbbe in Veneto, il salame lo mangi una fetta alla volta”. Tradotto: chissà che non si cambi idea sul terzo mandato a livello nazionale, il che gli consentirebbe di scendere di nuovo in campo. Ma nel contempo il presidente leghista chiarisce: “È impensabile che arrivi qualcuno inamidato e dica: ‘Sono io il candidato’. Questo creerebbe tensioni. Dico ‘Adda passà ‘a nuttata’, altrimenti è ovvio che viene fuori casino, perché non si andrebbe alle elezioni in maniera serena e il centrodestra ha bisogno di serenità”. 

Zaia rivendica il suo operato alla guida di una regione che governa dall’aprile 2010: “Io non sto facendo nessuna battaglia. Penso che l’aspetto più importante sia quello dei veneti. Onestamente, non ci siamo mai trovati di fronte a una chiamata di popolo come questa. Probabilmente la mia non candidatura farà contenti alcuni esponenti, ma i cittadini si sono espressi in maniera incontrovertibile”. Ora la palla passa ai leader del centrodestra. La matassa del Veneto, una delle sei Regioni al voto nel 2025, resta la più complicata da dipanare. Anche perché, come ha dichiarato la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di inizio anno, “io penso che quella di FdI è una opzione che deve essere tenuta in considerazione, ovviamente”. 

Tra i nomi che circolano c’è quello di Luca De Carlo, senatore e coordinatore regionale del partito meloniano, che replica duro a Zaia: “Spiace che il presidente Zaia abbia oggi personalizzato il tema del terzo mandato. La norma che lo disciplina esiste da tempo e non riguarda singoli casi specifici”, dice, assicurando che “il centrodestra si farà trovare pronto all’appuntamento scegliendo, come è accaduto in passato, il miglior profilo in grado di rappresentare i veneti, tenendo anche conto del consenso che le diverse forze politiche raccolgono tra i cittadini”. Per Forza Italia, invece, il candidato in pectore sarebbe Flavio Tosi. E la Lega? Il capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari, fa presente: “È chiaro che noi vorremmo che Luca Zaia potesse continuare, però bisogna capire quale partito dovrà indicare il presidente del Veneto. La posizione della Lega è che bisogna tenere conto in una coalizione non soltanto dei voti ma anche delle specificità dei partiti” e, “in una logica di coalizione, forse gli alleati dovrebbero capire che lo spazio della Lega andrebbe in qualche modo tenuto in maggiore considerazione”.

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