Brucia ancora, ed il fuoco non accenna a smorzarsi, con le condizioni climatiche che favoriscono le fiamme. Un fronte del fuoco di tre chilometri, circa 500 ettari di vegetazione già distrutti, fiamme che hanno rischiato di lambire l’abitato del Comune di Terzigno facendo trascorrere la notte in strada a centinaia di persone. E’ la cronaca di un incendio di vastissime proporzioni che da due giorni ormai sta divorando un fianco del vulcano.. 

Incendio del Vesuvio visto dal satellite la mattina del 9 agosto (Sentinel2)

Per il momento non sono in pericolo case e persone ma il rogo, per essere domato, richiede – l’appello del governatore Vincenzo De Luca – lo stato di mobilitazione nazionale della Protezione civile.
 

Ed ora l’esercito
‘Serve l’Esercito’ hanno sottolineano dal Centro di coordinamento dei soccorsi in prefettura. Appello raccolto dal ministro Nello Musumeci: “Ho decretato – ha annunciato in serata – lo stato di mobilitazione straordinaria del servizio nazionale di Protezione civile. Così consentiamo al nostro Dipartimento nazionale di assicurare il coordinamento dell’intervento del Servizio nazionale a supporto delle autorità regionali, anche col concorso di uomini e mezzi da altre Regioni”.
 

Fiamme sul Vesuvio, Protezione civile 'impiegati 6 Canadair'

Fiamme sul Vesuvio, Protezione civile ‘impiegati 6 Canadair’ (Ansa)

I voli incessanti di sei Canadair per spegnere le fiamme
Sulla zona del rogo sono stati impegnati per tutto il giorno sei Canadair della flotta nazionale e quattro elicotteri regionali, con oltre cento tra uomini e donne dei vigili del fuoco, volontari e altre forze dell’ordine a terra. Sforzo imponente che ha permesso di evitare danni ancora maggiori, ma l’emergenza è ben lungi dall’essere risolta. Il timore è che basti un cambio di direzione del vento per sospingere il fronte verso zone abitate, come stava avvenendo la scorsa notte.

Sindaco: “Scenario apocalittico”
“Abbiamo vissuto una situazione molto critica”, racconta Francesco Ranieri, sindaco di Terzigno, Comune epicentro del rogo. “All’inizio per fortuna il vento spingeva verso l’alto, poi a un certo punto si è portato verso le abitazioni. E lì abbiamo avuto paura. Ma i mezzi da terra hanno garantito l’incolumità di tutti. C’era una distanza di qualche chilometro dalle case. Non abbiamo avuto esigenza di sgomberi grazie a un ottimo lavoro dei volontari della Regione e dei Vigili del Fuoco che hanno sorvegliato l’area tutta la notte”.

La colonna di fumo è visibile per decine di chilometri, dagli scavi archeologici di Pompei fino a Napoli. Frammenti di cenere si sono depositati su moltissime abitazioni. Oggi i sentieri turistici e gli accessi alla sommità del vulcano sono stati chiusi, ed è stato chiesto all’Esercito di coadiuvare le polizie locali sia per la viabilità, sia per il rifornimento delle autobotti e lo spostamento di terreno in modo da arginare il fronte del fuoco. Il prefetto di Napoli Michele di Bari ha attivato il Centro coordinamento soccorsi e riunito il Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, poi si è recato nella zona del rogo. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin segue la situazione in contatto con il presidente del Parco nazionale del Vesuvio Raffaele De Luca.

Stanno bruciando anche vigneti pregiati 

Una mobilitazione ingente. La memoria corre all’estate del 2017, quando le fiamme devastarono il Vesuvio con una ferocia senza precedenti. In quel caso venne accertata l’origine dolosa, che è ora lo stesso sospetto dei sindaci. Dai cittadini di Terzigno un’accusa: piccoli incendi nella pineta locale erano stati segnalati da cinque giorni, probabilmente sottovalutati fino al disastro divampato ieri, complici il vento e le alte temperature.
Il bilancio dei danni è ancora del tutto provvisorio ma è già chiaro quanto la ferita sia profonda, sia per l’ambiente e la biodiversità sia per l’economia locale. 

Stanno bruciando anche vigneti pregiati e aree di rilevante interesse turistico. Ora la corsa contro il tempo è per evitare conseguenze peggiori, tenendo conto che le ondate di calore previste da domani in Campania potrebbero complicare il quadro generale.

 

I mille incendi

Secondo la Protezione Civile, dal 15 giugno si contano 1.060 incendi in Campania, con 2.568 ettari bruciati

 

Il Vesuvio innevato visto dal lungomare di Napoli (ansa)

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