Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha respinto il tentativo di Cina e Russia di estendere la sospensione delle sanzioni all’Iran per sei mesi, nell’ambito dell’accordo sul nucleare, formalmente noto come Piano d’Azione Congiunto Globale. Rimane in vigore il cosiddetto meccanismo “snapback”, che prevede la reintroduzione delle sanzioni a Teheran questo fine settimana, a seguito della risoluzione del JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action), il piano d’azione congiunto sull’Iran. Il risultato della votazione è stato di 4 voti favorevoli (Algeria, Cina, Pakistan, Federazione Russa), 9 contrari (Danimarca, Francia, Grecia, Panama, Sierra Leone, Slovenia, Somalia, Regno Unito, Stati Uniti) e 2 astensioni (Guyana, Repubblica di Corea).

Il Vice Rappresentante Permanente della Cina, Geng Shuang, è intervenuto dopo la votazione. Ha ricordato al Consiglio che “la storia ha dimostrato che ricorrere alla forza o applicare la massima pressione non è l’approccio corretto per risolvere la questione nucleare iraniana”. L’Ambasciatore Geng ha proseguito: “Nello scenario del conflitto in corso a Gaza e dell’instabilità in Medio Oriente, un collasso della questione nucleare iraniana potrebbe innescare una nuova crisi di sicurezza regionale, in contrasto con l’interesse comune della comunità internazionale”.

L’Ambasciatrice statunitense Dorothy Shea ha criticato il testo tra Federazione Russa e Cina definendolo “un tentativo vano di sollevare l’Iran da ogni responsabilità per il suo continuo e significativo mancato rispetto degli impegni nucleari, il tutto senza richiedere progressi diplomatici tangibili”.

“Se la Federazione Russa e la Cina vogliono contribuire a raggiungere un risultato duraturo e negoziato sulla questione nucleare iraniana, anziché cercare di rafforzare uno status quo insostenibile di flagranti sforzi iraniani per indebolire i regimi globali di non proliferazione, allora devono fare pressione sui leader di Teheran affinché adottino misure significative e immediate per adempiere ai propri impegni e obblighi, anche attraverso la piena cooperazione con l’AIEA”, ha aggiunto l’Ambasciatrice Shea.

Dmitry Polyanskiy, Vice Rappresentante Permanente della Federazione Russa, si è rammaricato del fatto che alcuni membri del Consiglio di Sicurezza “non sono stati in grado di trovare il coraggio o la saggezza per sostenere il nostro progetto”.  “Le loro astensioni indicano come minimo dei dubbi nei confronti della politica distruttiva portata avanti da Stati Uniti, Regno Unito e Francia per smantellare definitivamente l’accordo nucleare e seppellire il percorso diplomatico verso la risoluzione della crisi attorno ad esso”.  “In un modo o nell’altro, con il loro voto, si stanno rendendo complici di tutto ciò”, ha dichiarato l’ambasciatore Polyanskiy. 

Il Ministro degli Esteri iraniano Seyed Abbas Araghchi ha affermato: “La situazione odierna è la diretta conseguenza del ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA e dell’incapacità dell’UE E3 di intraprendere azioni efficaci per mantenere gli impegni”.  “Gli Stati Uniti hanno tradito la diplomazia, ma è l’E3 che l’ha seppellita”, ha sottolineato.  Il Ministro degli Esteri Araghchi ha inoltre dichiarato: “L’E3 e gli Stati Uniti hanno agito in malafede, affermando di sostenere la diplomazia ma di fatto bloccandola”.

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