Un modenese di 38 anni è stato arrestato dai carabinieri di Modena gravemente indiziato dei reati di omicidio volontario ed occultamento del cadavere dell’imprenditore edile Salvatore Legari, scomparso nel luglio 2023. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe ucciso la vittima per motivi economici: era debitore di una cifra importante per prestazioni lavorative pregresse, denaro che doveva essere riscosso da Legari il giorno della sua scomparsa. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri del reparto operativo nucleo investigativo e della compagnia di Modena che hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare di custodia in carcere emessa dal gip del tribunale di Modena. Le indagini sono partite dalla denuncia di scomparsa di Legari, presentata ai carabinieri di Modena dalla compagna dell’uomo, che non aveva più sue notizie dal giorno precedente. Un fascicolo era stato aperto, inizialmente, dalla procura di Modena per ipotesi di sequestro di persona ad opera di ignoti. 

 

Gli scavi nel cantiere (TGR ER)

La scomparsa

Legari si era recato la mattina del 13 luglio in un cantiere di Lesignana (Modena), nella cui proprietà l’indagato gli aveva commissionato dei lavori di ristrutturazione edile e, da quel pomeriggio, al termine dell’attività, non aveva più dato notizie di sé, non rispondendo al telefono che, il giorno dopo, aveva cessato di funzionare. Il furgone di Legari, all’interno del quale c’erano alcuni indumenti ed effetti personali tra cui le sue carte di credito, è stato ritrovato a Sassuolo (Modena) il 22 luglio successivo, abbandonato con le chiavi al suo interno.

Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di un’articolata, complessa e prolungata attività d’indagine diretta e coordinata dalla Procura e affiancata da varie operazioni di ricerca sul territorio, disposte dalla prefettura di Modena con l’attivazione del piano provinciale di ricerca delle persone scomparse. Le indagini, condotte con attività tecniche, esami di filmati di videosorveglianza e di telecamere stradali, comunali e private, e attraverso numerose testimonianze, hanno consentito l’acquisizione di gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato.

La visione degli impianti di videosorveglianza pubblica e privata e l’analisi del tabulato di traffico dell’utenza in uso alla vittima fino al suo spegnimento hanno permesso di ricostruire, riscontrando una coincidenza di orari e località di percorso, il tragitto fatto dal furgone di Legari dal cantiere di Lesignana, dove si trovava in compagnia dell’indagato, fino al luogo di abbandono del veicolo a Sassuolo, quando la vittima era già stata probabilmente uccisa. Gli inquirenti hanno anche acquisito indizi decisivi a sostegno del fatto che alla guida del furgone della vittima c’era l’indagato che voleva, in questo modo, allontanare da sé e dalla sua proprietà i sospetti sulla sorte di Legari. 

Dopo l’omicidio, avrebbe indossato una maglietta della vittima per simularne la figura in caso di analisi delle immagini acquisite dalle telecamere stradali. La consulenza foto-antropometrica disposta dalla procura di Modena ha, infatti, accertato come l’uomo ripreso alla guida del furgone fosse oggettivamente compatibile ed identificabile con l’indagato ma non con lo stesso grado di certezza con la vittima. Secondo la ricostruzione accusatoria l’indagato, inoltre, per non farsi scoprire, aveva fatto sostituire l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza della casa-cantiere per vanificare l’acquisizione di immagini compromettenti da parte della polizia giudiziaria. Il 38enne è stato trasportato nella casa circondariale di Modena, in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del gip. 

Le ricerche dell’imprenditore Salvatore Legari a Lesignana (Mo) (TGR Emilia-Romagna)

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