I funerali di Papa Francesco, celebrati il 26 aprile 2025 a San Pietro, hanno registrato numeri impressionanti, riflettendo l’importanza globale dell’evento. Secondo le stime, circa 400.000 persone hanno partecipato alle esequie, con 150.000 presenti lungo il percorso del corteo funebre dalla Basilica di San Pietro a Santa Maria Maggiore, dove il Pontefice è stato tumulato. In piazza San Pietro, almeno 200.000 fedeli si sono riuniti per l’ultimo saluto, assistiti da maxi schermi posizionati in diverse piazze, come Risorgimento, Pia e Cavour, per gestire l’afflusso. 

 

Le delegazioni straniere sono state 249, includendo 50 capi di Stato, 50 capi di governo e 10 rappresentanti di famiglie reali, tra cui figure come Donald Trump, Volodymyr Zelensky, e i reali di Spagna e Belgio. L’Italia ha schierato una delegazione di 70 persone, guidata dal Presidente Sergio Mattarella.

Ciascuna delegazione è stata accolta all’arrivo a Roma, accompagnata nelle località dove era alloggiata, scortata questa mattina in piazza San Pietro per assistere alle esequie e poi riaccompagnata in aeroporto. Inoltre, 4.000 giornalisti accreditati hanno coperto l’evento, sottolineando la risonanza mediatica globale.

Un focus particolare merita l’imponente dispositivo di sicurezza messo in campo per garantire l’ordine e la protezione di fedeli e dignitari. Circa 4.000 agenti delle forze dell’ordine sono stati schierati a Roma, con oltre 1.000 dedicati esclusivamente alla scorta delle delegazioni straniere. A questi si sono aggiunti più di 3.000 volontari della Protezione Civile e 55 squadre sanitarie, supportate da 11 postazioni mediche avanzate e 52 ambulanze aggiuntive.

La sicurezza è stata rafforzata su più livelli: in superficie, con pattuglie appiedate e automontate; nel sottosuolo, con controlli delle infrastrutture; e in cielo, con una no-fly zone e sistemi antidrone gestiti dalla Difesa, inclusi caccia Eurofighter e un cacciatorpediniere al largo di Fiumicino. Luoghi sensibili come Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore USA dove ha soggiornato Trump, sono stati sorvegliati speciali.

Il Centro per la gestione della sicurezza, operativo presso la Questura di Roma, ha coordinato l’evento, monitorando i cortei dei leader e il corteo funebre, che ha percorso sei chilometri attraverso il centro storico. Questo piano, integrato con le misure già attive per il Giubileo, ha permesso un svolgimento sereno, come sottolineato dal prefetto Lamberto Giannini e dal ministro Matteo Piantedosi, che hanno elogiato l’efficienza del “sistema Italia”.

E’ “una pagina storica per la sicurezza“, vista anche “la grandezza dell’evento“, ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi parlando con i giornalisti presenti nel Centro per la Gestione della Sicurezza dell’Evento presso la Sala Operativa della Questura. Presenti, tra gli altri, il Capo della Polizia – Responsabile della Pubblica Sicurezza Vittorio Pisani, il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Salvatore Luongo, il Prefetto di Roma Lamberto Giannini e il Sindaco Roberto Gualtieri. A fare gli onori di casa e a coordinare gli uomini sul campo il Questore di Roma Roberto Massucci.

Proprio le immagini dei suoi uomini sono quelle che hanno permesso di ‘tenere sotto controllo‘ l’intero corteo funebre fino alla sepoltura del Pontefice. E ora l’attenzione si sposterà dal Vaticano a Santa Maria Maggiore che “diventa uno dei punti di riferimento“, ha spiegato Piantedosi che ha ringraziato “in primis il coordinatore operativo, il Prefetto e il Questore. E’ ancora presto per chiudere un bilancio ma abbiamo dato una bella immagine del sistema Italiano“. Il Questore Massucci, dal canto suo, ha ringraziato i suoi uomini sul campo. “Mi è capitato spesso di gestire grandi eventi e c’è sempre qualcosina che potrebbe andare meglio – ha detto – questa volta è andato tutto estremamente bene“.

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