Eccolo il presunto spione dei conti di politici e VIP, Vincenzo Coviello, 52 anni, ormai ex dipendente della filiale Intesa San Paolo di Bisceglie. Fra le poche foto sopravvissute alla cancellazione della sua identità social, operazione avviata dall’uomo nell’ultimo mese. Dopo aver sentito “puzza di bruciato” ha rimosso il suo profilo Facebook e ha chiesto a parenti e amici di eliminare gli scatti in cui compariva. Muto il citofono di casa, ha chiuso il suo studio di commercialista, il secondo lavoro. Un fantasma, come quando si aggirava fra i conti correnti a cominciare da quelli della moglie e della cognata. Il nome più ricercato però è quello di un anonimo imprenditore bitontino, ben 331 accessi, lo abbiamo raggiunto al telefono: “Ma davvero? 331? Questa roba qui non la sapevo, son stato più spiato della Meloni”. L’uomo era stato avvertito dalla banca un anno fa: “Ho anche verificato con la banca se ci fossero state operazioni, assolutamente no, ed è una persona su cui nutro la massima stima e questo non cambierà”.
“Non nego sia stato molto difficile tenere a freno questa mia curiosità e la compulsività” è la difesa di Coviello alle contestazioni della banca, “nessun beneficio per me, né alcun danno ai clienti”, si legge ancora in una lettera. Per Intesa Sanpaolo, che giovedì nominerà il generale dell’arma Antonio De Vita a capo della cyber sicurezza del gruppo, nessun file è mai stato scaricato da Coviello, la procura di Bari lo verificherà analizzando i computer e i cellulari sequestrati al bancario.