È uno strano funerale quello di Sammy Basso, come avrebbe voluto lui. Migliaia di persone arrivate da tutto il Veneto e oltre, per festeggiare la vita di questo piccolo grande uomo che in soli 28 anni ha saputo trasformare una terrificante, rarissima malattia, la progeria, in una magnifica e altrettanto rara opportunità di ricerca medica e speranza umana. Il vescovo di Vicenza rinuncia alle sue parole nell’omelia per usare quelle che Sammy aveva scritto prevedendo già questo giorno: “Ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale ci sono sempre state due cose che non sopportavo: che non potrò esserci e il fatto di non poter consolare chi mi è caro”. Abile come pochi con la sua ironia nello scovare il lato positivo delle cose, due volte laureato, cavaliere della Repubblica, credeva allo stesso modo nella scienza e nell’aldilà e nell’amore tra le persone. “Sono contento che domani il Sole spunterà ancora, vi sono vicino e se mi è concesso veglierò su di voi”. Lo sanno i suoi tantissimi amici, Nicolò, pronto a portare avanti il lavoro di Sammy: “Vediamo cosa si può fare, è la prima volta che lo dico, cioè solo mia madre lo sapeva, però sì, l’idea era era quella”. Riccardo, inseparabile sin dai banchi di scuola lo ricorda: “Credo che in 28 anni abbia vissuto con un’intensità che equivalga a 10 delle nostre vite”. Papà Amerigo e mamma Laura dal pulpito: “Sammy vi direbbe: ”Ciao amici grazie per essere venuti, vi voglio bene”.
La solennità del rito funebre è stata osservata all’inizio, quando l’arrivo del feretro, coperto da girasoli gialli, è stato accolto in silenzio dalla gente sul pratone. Tra i presenti, il ministro Luca Ciriani, in rappresentanza del Governo, il presidente del Veneto, Luca Zaia, il sindaco di Tezze, Luigi Pellanda. Corone di fiori erano state inviate dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dalla Camera e dal Senato. Tra la folla anche due giovani malati di progeria, amici storici di Sammy. Dal Vaticano il saluto a Sammy è giunto con il messaggio del segretario di Stato, card. Pietro Parolin, che ha ricordato il grande umano e scientifico del giovane nella lotta alla progeria. “Ho avuto modo di conoscere Sammy – le parole di Parolin – e considero una grazia averlo incontrato. È stato una luce accesa nel mondo, attento all’attualità e pronto a spendersi per la pace, nella convinzione che anche il singolo potesse accendere la speranza e cambiare le cose”.