In Valle d’Aosta, nella sola giornata di domenica 28 settembre, si voterà per l’elezione del Consiglio regionale e per 65 comuni, compresa la città di Aosta.
Alle elezioni regionali si è giunti dopo il ritorno alle tre preferenze, con una decisione del Consiglio regionale, il 27 febbraio 2025 poi confermata da un referendum il 10 agosto. Anche l’unico ricorso che fu presentato non è stato accolto.
Il Consiglio regionale è composto da 35 consiglieri eletti con sistema proporzionale. Rispetto alle altre Regioni italiane, la Valle d’Aosta e la Provincia di Bolzano, come territori autonomi hanno una propria legge elettorale, e non eleggono direttamente il presidente.
Le elezioni regionali si svolgono in un contesto politico inedito: da un lato, una ritrovata coesione del tradizionale fronte autonomista; dall’altro, un’aggressiva avanzata dei partiti nazionali di destra, che hanno adottato un accreditamento “valdostano” per rompere il tradizionale scacchiere.
Il Referendum e la Legge Elettorale
La consultazione regionale si svolge sotto il segno di un recente cambiamento normativo. Il 27 febbraio 2025 il Consiglio regionale aveva reintrodotto le tre preferenze (con l’obbligo di genere) e la nuova legge è stata poi confermata da un referendum il 10 agosto scorso, superando anche un ricorso legale.
Il Consiglio regionale, composto da 35 consiglieri, è eletto con un sistema proporzionale. In linea con il suo statuto speciale – così come la Provincia di Bolzano – la Valle d’Aosta mantiene una propria legge elettorale e, soprattutto, non prevede l’elezione diretta del Presidente della Regione.
Nonostante le tensioni politiche storiche che hanno caratterizzato la regione per due decenni, la campagna elettorale si presenta con un numero contenuto di competitor: nove liste per 309 candidati, a testimonianza di una polarizzazione più netta e di una relativa tranquillità di governo negli ultimi anni.
La “Réunion” degli Autonomisti: L’Union Valdôtaine al Centro
Il fulcro dello scacchiere politico è senza dubbio l’Union Valdôtaine (UV). Queste elezioni segnano il culmine di un percorso di ricomposizione, con l’UV che si presenta come un movimento riunito dopo le scissioni iniziate all’inizio del millennio. Il congresso di réunion del 16 giugno 2024 ha cementato l’unità, integrando esponenti storici e figure maturate nei movimenti autonomisti distaccatisi.
Il programma autonomista si concentra su un approccio pragmatico e comunitario, con enfasi su montagna, identità, sviluppo economico sostenibile e ruolo in Europa. Insieme alla SVP sudtirolese, l’UV si conferma come uno dei partiti più longevi d’Italia, avendo celebrato il suo 80° anniversario lo scorso 13 settembre.
Questa vasta area di governo – che negli anni recenti ha collaborato anche con il Partito Democratico (tradizionalmente meno forte in Valle che a livello nazionale) – include anche Stella Alpina (erede della tradizione democristiana), Rassemblement Valdôtain e Pour l’Autonomie, quest’ultima fondata dallo storico leader Augusto Rollandin, scomparso nel dicembre 2024. Le forze autonomiste rivendicano la gestione di progetti di ammodernamento e la rapida risposta a crisi recenti, come l’alluvione di fine giugno 2024.
L’Offensiva dei Partiti Nazionali: Una “Vernice” Valdostana
Il principale elemento di novità è l’atteggiamento dei partiti nazionali di destra. Consapevoli del successo della Lega negli ultimi dieci anni, che aveva già integrato figure di matrice autonomista e persino indipendentista, l’intero schieramento sta adottando una strategia di “acculturazione” locale.
Forza Italia ha accolto consiglieri in carica provenienti dall’area autonomista e rappresentanti del mondo agricolo e montano. L’apertura ai “colori valdostani” è evidente anche nella lista Renaissance (rinata dal vecchio Rinascimento), che ha adottato un nome francese per la sua corsa. L’impegno è testimoniato dalla massiccia “parata di ministri” giunti ad Aosta: da Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini (Lega) ad Antonio Tajani (Forza Italia), quest’ultimo intervenuto in francese. L’arrivo di Roberto Vannacci (Lega), con i suoi richiami alla X Mas, ha invece sollevato dibattiti.
Nonostante l’interesse della politica romana, alcuni media locali hanno segnalato una relativa indifferenza nel sentire comune valdostano, sebbene una parte dell’elettorato, soprattutto ad Aosta, resti sensibile alle dinamiche nazionali.