La memoria depositata dai pm ieri, per insistere al Riesame sulla richiesta di arresti domiciliari per Pazzali, è incentrata proprio sulla figura del titolare di Equalize e un capitolo riguarda le “fughe di notizie in favore di Pazzali“, i suoi “legami con ambienti istituzionali in grado di proteggerlo” e la sua “pericolosità”.
Enrico Pazzali, il titolare dell’agenzia investigativa Equalize e presidente autosospesosi di Fondazione Fiera Milano, ha “contatti con i Servizi”. Lo aveva messo a verbale Carmine Gallo, l’ex superpoliziotto morto a 66 anni il 9 marzo in casa propria mentre si trovava ai domiciliari per associazione a delinquere e accesso abusivo a sistema informatico, nell’inchiesta sulle presunte cyber-spie, coordinata dal pm della Dda di Milano, Francesco De Tommasi, e dal collega della Dna, Antonello Ardituro.
“Pazzali è amico amico di (omissis) anche del Capo Centro di (omissis)”. Tutti i nomi sul punto, negli atti depositati in vista del Riesame del 19 marzo (la Procura ha chiesto i domiciliari per Pazzali, respinti dal gip lo scorso ottobre), sono omissati.
Gallo, che era finito ai domiciliari lo scorso 25 ottobre, assieme ad altri tra cui l’hacker Nunzio Samuele Calamucci, e che è stato interrogato tre volte dai pm, ha raccontato anche che per Pazzali, che lui teneva “aggiornato su tutto” come lo stesso titolare di Equalize diceva stando al verbale, il suo “socio occulto era lo Stato”. Quando lui diceva, ha spiegato Gallo, “‘il socio occulto ha preso già i soldi’, vuol dire che avevamo pagato già”.
Gallo ha descritto per filo e per segno tutto il “sistema illecito” dei report e degli accessi abusivi alle banche dati strategiche, di cui, ha ammesso, “me ne vergogno pure”.
Gallo ai pm: “Pazzali mi chiese informazioni su La Russa e figlio”
Enrico Pazzali, presidente autosospeso di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize, “mi ha chiesto informazioni” e di effettuare accessi abusi viallo Sdi su “La Russa” e il “figlio di La Russa” e “m’ha detto che gliele aveva chieste (…) ‘una persona a cui non posso diredi no'”. Aveva messo a verbale l’ex superpoliziotto secondo gli atti depositati. Gallo, riassumono ipm, si era chiesto se la “richiesta di Pazzali” fosse “correlata” alla “nota vicenda” di Leonardo Apache dei presunti abusi. Gallo si rifiutò di fare quegli accessi.
“Pazzali fu informato delle indagini da De Donno”
Gli investigatori scrivono che Pazzali avrebbe “ottenuto” informazioni “desiderate” su un “possibile coinvolgimento” in indagini “solo dopo aver incontrato a Roma, secondo Gallo” -così dice il verbale- “Carlo De Donno, vicedirettore dell’Aisi, che nei fatti – scrivono – lo informava dell’odierno procedimento”.
Avvocata di Gallo minacciata in strada: “Cambi versioni”
Agli atti anche il racconto del legale di Carmine Gallo, e di Nunzio Samuele Calamucci, anche lui finito ai domiciliari nell’inchiesta sulle presunte cyber-spie. l’avvocata Antonella Augimeri, è scritto, venne minacciata in strada a Milano il 20 febbraio da una persona, al momento ignota, che le disse che lei e un giornalista “dovete finirla di parlare di De Marzio”, ex carabiniere con presunto nome in codice “Tela”, uno degli indagati. “E poi deve dire al suo cliente Calamucci che deve cambiare le sue dichiarazioni su De Marzio”, disse ancora. L’avvocata Augimeri tirò fuori uno spray urticante far andare via chi la minacciava.