Si sono fidate delle premure e delle attenzioni che un uomo aveva mostrato nei loro confronti mentre passeggiavano in strada. Ma l’incontro, per due ragazze diciottenni, originarie una della provincia di Roma e l’altra dell’hinterland di Viterbo, si è trasformato in un incubo.
Lui e un amico, 24 e 46 anni, le hanno prima fatte bere e poi violentate in casa, alla Borghesiana, quartiere nell’area Est di Roma.
Subito dopo aver subito le violenze, le due ragazze sono riuscite a fuggire dall’abitazione e ad avvertire il 112 grazie anche all’aiuto di alcuni passanti. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato casilino che sono subito saliti in casa dove hanno trovato solo il 24enne, un cittadino di origine romena. Il suo amico, un 46enne di origine albanese, era invece riuscito a scappare, salvo poi essere rintracciato alcune ore dopo in un deposito di autobus pronto a lasciare la città.
Secondo quanto ricostruito, le due ragazze erano arrivate a Roma il giorno prima per trovare un amico. Qui avevano conosciuto i due uomini, che avevano poi incontrato anche il pomeriggio del giorno successivo. Con la scusa di bere qualcosa insieme, le due ragazze si erano lasciate convincere a salire in casa, dove però è cominciato il loro incubo.
Entrambe sono state ripetutamente costrette a rapporti sessuali. L’orrore in un’abitazione all’ultimo piano di una palazzo in via Torregrotta. Una delle due vittime è affetta da una grave patologia. Entrambe sono state medicate al pronto soccorso del policlinico Casilino dove i medici dopo aver attivato la procedura del cosiddetto protocollo ‘rosa’, hanno riscontato i segni delle violenze.
Dopo un’indagine lampo della polizia del VI distretto del Casilino, coordinata dal gruppo dei magistrati del pool antiviolenza della procura della Repubblica di Roma, gli agenti hanno arrestato un 26enne di nome Andrei Stefan M. nato in Romania e fermato un 46enne originario dell’Albania di nome Adriatik V. Quest’ultimo era pronto per fuggire all’estero ma i poliziotti lo hanno rintracciato in un container di un deposito di automezzi al Casilino. Entrambi sono stati portati nel carcere di Regina Coeli.