indagini sui rapporti tra politica e camorra- Corriere.it

Vale la pena vedere o rivedere, spendendo per una volta una forma di adrenalina civile e non fantasy, «Fortapàsc»
di Marco Risi, coraggioso film di denuncia, uno dei pochi e degli ultimi (e siamo nel 2009!) a pedinare le tragedie della storia, sulla scia del grande cinema di realismo critico di Francesco Rosi, Giordana e altri. Risi, già autore di due titoli emozionanti, «Mery per sempre» (carcere minorile) e «Muro di gomma» (sull’inchiesta di Ustica), continua, col complice aiuto dello sceneggiatore-cronista Andrea Purgatori, a raccontare il nostro peggio italico.

È la storia, tutta vera, vissuta e sofferta, del giovane cronista, praticante abusivo al «Mattino» di Napoli, Giancarlo Siani che, forte dell’entusiasmo speranzoso dei suoi 26 anni che fa sentire immortali, inizia a indagare, con l’aiuto di un fotografo amico, sui rapporti fra politica e camorra per la spartizione dei contributi post terremoto: l’esemplare e assai prevista punizione è dietro l’angolo. Tutti lo sconsigliavano di fare il testardo, prima il suo capo Ernesto Mahieux (qualcuno l’ha presa male, chiedendo il ritiro del film e quindi ribadendone la sua necessità) e anche la fidanzata Valentina Lodovini che insiste sul valore dei sentimenti, mentre i pretori si passano la palla.

Il film-diario racconta gli ultimi quattro mesi di vita e di lotta del giornalista Siani, ucciso il 23 settembre 1985: resta un eroe della infinita storia del nostro malaffare nazionale. Un film di denuncia ma anche sulla passione di un’indagine e quindi sul mestiere di uomo, cui danno contributi essenziali gli attori di un cast ricchissimo con Massimiliano Gallo, Riondino prima di Montalbano, Imparato, Carpentieri. Il bravo e compianto protagonista per fortuna non è un divetto para televisivo ma Libero De Rienzo, che agguanta con forza e verità il personaggio.

«Fortapàsc», di Marco Risi, 2009, Sky canale 308, martedì ore 19.05