La notizia è stata pubblicata dal “Domani” che rivela il nome dell’uomo su cui si starebbero concentrando le indagini relative al sito sessista. Il 45enne sarebbe nato a Pompei e titolare, dal 2023, di una piccola società in Italia, e sarebbe già stato ascoltato, a Firenze, dopo la denuncia presentata dalla sindaca Sara Funaro le cui foto, insieme a quelle di altre esponenti politiche, erano finite sul sito Phica.net con commenti sessisti e volgari.

E’ notizia di ieri che l’avvocatessa Annamaria Bernardini de Pace, con un pool di 12 legali, ha già “raccolto qualche centinaio” di segnalazioni di donne relative al caso e che quindi è già iniziato il lavoro della nota matrimonialista e degli altri avvocati per intraprendere azioni penali e civili con richieste di risarcimento alle piattaforme. “L’idea – ha spiegato Bernardini de Pace – è quella di ‘violentare’ la giurisprudenza, così come sono state violentate queste donne che hanno subito uno stupro di gruppo. Se riuniremo mille denunce forse i giudici si preoccuperanno di questo fenomeno“. 

In passato, ha spiegato la Bernardini de Pace, “i giudici non hanno tenuto conto” delle denunce delle donne in casi simili. “Se le riuniamo e gliene facciamo avere mille o più, forse si preoccuperanno“, ha proseguito.  Ovviamente, ha sottolineato l’avvocatessa “non ci saranno alte parcelle da pagare, ma il minimo indispensabile per le spese legali e anche su questo fronte più saremo meno costerà” la battaglia legale.

La vicenda del portale sessista ha assunto particolare rilevanza dopo le polemiche legate al caso della pagina Facebook “Mia moglie”, con foto di donne che si sono ritrovate vittime, a loro insaputa, di un voyerismo pubblico sulla piattaforma social.

I gestori del sito Phica, in una nota avevano scritto in loro difesa che la piattaforma era nata come luogo di discussione e di condivisione personale, con uno spazio dedicato a chi desiderava certificarsi e condividere i propri contenuti in un ambiente sicuro e che poi la piattaforma sarebbe stata usata in modo scorretto, danneggiandone lo spirito e il senso originario. “Nonostante gli sforzi, non siamo riusciti a bloccare in tempo tutti quei comportamenti tossici che hanno spinto Phica a diventare, agli occhi di molti, un posto dal quale distanziarsi piuttosto che sentirsi orgogliosi di far parte. Per questo, con grande dispiacere, abbiamo deciso di chiudere e cancellare definitivamente tutto ciò che è stato fatto di sbagliato“.

Il caso del sopracitato gruppo su Facebook “Mia Moglie” non è ancora archiviato e un altro caso, potenzialmente più rumoroso e sconvolgente, è già esploso. Le vittime sono sempre loro: donne ignare le cui immagini, spesso tratte dalla loro quotidianità, prese senza consenso, vengono postate e condivise online da numeri imprecisati di utenti che, via via, commentano in toni sempre più sessisti e volgari.

 

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